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Cronaca
10.05.17 - 20:000
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17

Quando la stampa fa crollare come un cartello di sabbia quarant'anni di lavoro. Ma serviva "Patti Chiari" a instillare i dubbi sulla ditta Crotta?

In molti accusano il titolare: verdure non ticinesi, plastiche sotterrate, terreni abusivi. Anche il Cantone, a quanto pare, sapeva. Perché nessuno ha mai parlato prima?

MUZZANO – Un minestrone che divide. In Ticino, l’argomento più dibattuto in questi giorni è quello relativo al caso dell’azienda di Enzo Crotta. Le immagini mostrate da “Patti Chiari” venerdì scorso hanno fatto vedere un’azienda con condizioni igieniche discutili, lui si è difeso ai nostri microfoni parlando di un complotto ai suoi danni da parte di dipendenti che nel frattempo erano stati licenziati perché non lavoravano, a suo dire, come desiderava.

Ha detto di avere nomi e cognomi, e che si tratta di persone che provenivano dall’assistenza.

Si vedrà se procederà per vie legali, nel frattempo la sua azienda sta cadendo come un castello di carte. Dapprima Migros, poi Coop e Manor hanno deciso di sospendere le forniture di verdure dalla Crotta, in attesa di verificare le condizioni igieniche. E nel frattempo è stato perso anche il mandato per EOC, per questioni però indipendenti dal servizio passato alla RSI (Crotta, nella nostra chiacchierata fiume, aveva parlato di una tempistica errata nell’invio del bando di concorso).

“La delusione dell’ACSI è ancora più grande se si considera il fatto che l’associazione ha sempre invitato i consumatori a privilegiare i prodotti locali, anche se più cari di quelli importati”, si leggeva ieri in un duro comunicato dell’Associazione dei Consumatori.

Intanto, il tema si è addirittura guadagnato l’editoriale su La Regione di questa mattina, a firma di Matteo Caratti, che ha specificato come era facile intuire che “il  blindatissimo servizio avrebbe danneggiato, se non addirittura messo al tappeto l’attività finita sotto i riflettori”.

Caratti ha insistito su come questo caso può essere un pungolo per controlli più severi, anche in altri ambiti. Ha poi voluto riflettere sul potere dei consumatori, “il taglio netto alla Crotta da parte della grande distribuzione è dovuto da una parte alla paura che, dopo le immagini di quei prodotti finiti a ‘Patti chiari’, il consumatore non li avrebbe più acquistati, che sarebbero rimasti a giacere sugli scaffali e, dall’altra, perché è sorto un problema importante di immagine”: ogni ditta deve tutelarsi, insomma, e il direttore del giornale la applaude.

A farne le spese, ma era scontato, un’azienda che in pochi giorni ha visto vanificato il lavoro di anni, con il timore del titolare di dover mettere in disoccupazione parte dei lavoratori, a suo dire sempre aiutati. Però in molti hanno ricordato un procedimento penale aperto nei suoi confronti per maltrattamenti e usura ai danni dei lavoratori, trattati male e sottopagati, con testimonianze da brividi, trovate negli archivi.

C’è ovviamente chi ha difeso Crotta, anche se è una voce flebile, un uomo che a ticinonews.ch ha voluto raccontare di aver lavorato presso l’azienda da ragazzino, pagato ovviamente in nero perché non nell’età di lavorare, ma ben trattato. È un peccato, ha ribadito, infangare vicino alla pensione Enzo Crotta e la sua ditta.

Tio.ch ha però parlato di verdura che in realtà non era ticinese bensì proveniente dall’Italia, con le etichette modificate nottetempo. Qualcuno ha poi rincarato la dose, facendo notare la sporcizia accumulata sotto forma di plastica nel bosco vicino all’azienda, i terreni che, si insinua, sono usati abusivamente. E si dice che tutti sapevano, bastava guardare le casse messe una sopra l'altra, Crotta che lavora senza guanti. Voci anonime, ognuna che aggiunge qualcosa. E in molti si chiedono, ma perché parlare solo ora? Se c’erano delle irregolarità, dovevano arrivare dei dipendenti a mostrare, in anonimo, le immagini, per scoperchiare il vaso di Pandora?

Qui ci sta, dunque, una riflessione sul potere della stampa. Se “Patti Chiari” non avesse sollevato la vicenda, probabilmente nulla era. I controlli ci sono sempre stati? Tutti, apparentemente, affermano di si, e che ogni cosa fosse in regola. Ma dopo il servizio, che ha avuto comunque il potere di far venire dubbi a molti consumatori, su Crotta ciascuno dice la sua. Ovviamente, noi non sappiamo quanto sia vero, possiamo basarci solo sul servizio e sulla testimonianza che ci ha rilasciato lo stesso imprenditore.

Armando Boneff, che con l'Associazione L'Orto ha deciso di non abbandonare la ditta, su Facebook ha postato un messaggio in difesa dell’uomo con cui collabora da tempo, spiegando come le sue affermazioni siano state peggiorate del pezzo pubblicato da ticinonews.ch. “Anche concentrando immagini riprese in situazioni estreme, con primi piani di dettagli ecc, possono creare effetti speciali come nei film horror”, ha aggiunto, invocando che gli accertamenti siano fatti di chi di competenza.

Intanto, la Commissione del Marchio Ticino ha voluto rassicurare tutti sulla qualità del settore in cui operano “aziende che lavorano con serietà e professionalità a favore della produzione locale. Il loro impegno e la loro dedizione costituiscono la garanzia per prodotti di qualità. Le affermazioni e i temi del servizio di “Patti Chiari” fanno riferimento, per nostra fortuna, a un caso isolato e non devono essere generalizzate in alcun modo. Non si deve fare di tutta l’erba un fascio”.

Insomma, della Crotta, è probabile, si sentirà ancora parlare. In bene o in male? Presumiamo, con voci da entrambe le correnti. Le domande restano: se davvero c’è qualcosa che non va, a qualunque livello, doveva arrivare un servizio televisivo, seppur shockante, a far partire la macchina del fango, o macchina della verità, a seconda di che cosa si rivelerà vero?

Gli unici, in effetti, che da quanto emerge avevano segnalato problemi, tra cui serre e maneggi edificati in modo abusivo, erano stati quelli del Municipio di Muzzano, che da anni avevano segnalato il dossier al Cantone. Come mai non se ne è mai saputo nulla? Perché il caso è rimasto silente, e anche l'Esecutivo spiega ora di pagine e pagine che rimbalzano da anni fra gli uffici?

Caratti parla della forza dei consumatori, noi ci permettiamo di sottolineare quella della stampa. Un servizio ha fatto crollare come un castello di sabbia un’azienda attiva da quarant’anni. Avevano nascosto i problemi per così tanto tempo? Una responsabilizzazione di chi vedeva e non diceva dovrebbe esserci, altrimenti il ruolo dei media aumenta sempre di importanza e dimensioni: spiegare gli avvenimenti del mondo, ma anche smascherare e documentare cosa avviene a casa nostra, sotto il naso in fondo di tutti. E per questo, serve la libertà massima di stampa, inutile dirlo.


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