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Cronaca
30.11.17 - 16:300
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17

Un comune con quattro donne licenziate. Ma il Municipio precisa, "verranno riassunte nella ditta che sceglieremo per esternalizzare le pulizie"

A Losone era in atto una polemica per le quattro donne, madri di famiglia e residenti nel Comune, che avrebbero perso il posto di lavoro dopo quasi vent'anni. "Non abbiamo ancora ricevuto la lettera", diceva uno. Ora il Municipio spiega che a ciascuna verrà offerto un nuovo posto di lavoro

LOSONE – Hanno creduto di essere licenziate. Si sono sentite delle semplici misure di risparmio, hanno raccontato con amarezza, dopo 20 anni alle dipendenze del comune di Losone. Il caso delle quattro madri di famiglia, tutte residenti nel Comune, che si occupano delle pulizie, hanno smosso molte persone. La Lega per prima aveva fatto notare la storia, chiedendo di pensarci bene, essendo le donne vicine alla pensione. Anche il PPD e il PS si erano mossi.

“Non abbiamo ancora ricevuto la lettera di licenziamento”, ha detto una di loro  a La Regione, parlando di un panettone (inmdigesto) già ricevuto. Alle scuole, dove lavorano, in molti hanno espresso solidarietà e parlavano di organizzare una petizione.

Il Municipio martedì aveva deciso di proseguire sulla sia via: esternalizzare le pulizie a una ditta privata.  “Le valutazioni effettuate dal Municipio sul servizio di pulizia degli stabili comunali hanno evidenziato importanti margini di possibilità di risparmio per il Comune, ciò che permette una miglior gestione di determinate risorse. In questo senso il Municipio ritiene di aver operato conformemente ai disposti di Legge. L’esperienza maturata con la privatizzazione delle pulizie dello stabile della Scuola dell’infanzia a partire dal 2015 è positiva. Il servizio svolto dall’impresa di pulizie assuntrice è conforme alle aspettative e comporta per il Comune di Losone un vantaggio economico non indifferente, dell’ordine di oltre 90'000.- franchi all’anno, oltre che ai costi indiretti legati alla razionalizzazione del lavoro per ciò che concerne la gestione del personale (assenze) e l’acquisto di materiale e prodotti di pulizia. Il risparmio conseguito viene reimpiegato in altri ambiti a favore di tutta la collettività”, scrive in una nota.

Sì, ma le quattro donne? Nulla è come sembra! Perché saranno riassunte tutte, spiega l’Esecutivo. “ “Per il personale impiegato presso il Comune, il Municipio ha previsto l’attuazione di un piano sociale che prevede l’obbligo dell’impresa assuntrice di riassumere alle proprie dipendenze tutto il personale attualmente impiegato contrattualmente dal Comune di Losone, garantendo loro almeno lo stesso grado di occupazione, oltre alla garanzia per 2 anni di percepire lo stesso ammontare di stipendio attuale (il Comune si assumerebbe la differenza tra lo stipendio attuale e quello riconosciuto dall’impresa assuntrice)”. Dunque, i posti di lavoro sono salvi!

“Va anche rilevato che nella procedura di concorso ad invito saranno ammesse alla gara d’appalto unicamente le imprese che hanno sottoscritto il contratto collettivo di lavoro attualmente vigente in Ticino, ciò che eviterà in ogni caso problematiche legate a un eventuale dumping salariale. Va inoltre precisato, per una corretta e completa informazione, che l’attuale partner per le pulizie dello stabile della Scuola dell’Infanzia impiega una sola frontaliera a fronte di 160 collaboratori. Non si può quindi in alcun modo stabilire un nesso causale tra la decisione del Municipio e una presunta mancata difesa della manodopera indigena”, precisa.

Non si conoscono i tempi secondo cui entrerà in azione la nuova azienda, dato che non è ancora stato effettuato il concorso.
“Dopo l’assegnazione del mandato si entrerà nella fase di transizione, la quale prevede, prima della disdetta, la stipulazione dei singoli contratti di lavoro tra l’impresa assuntrice e le persone attualmente alle dipendenze del Comune di Losone, ciò che garantisce loro in ogni caso la sicurezza di un posto di lavoro e la continuità dello svolgimento delle stesse mansioni. Ovviamente è una facoltà personale di ognuno accettare o meno un contratto di lavoro con il nuovo datore”, precisa il Municipio. Tutto è bene quel che finsice bene, dunque!
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