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Cronaca
30.04.19 - 09:000

Parla l'uomo aggredito al Luna Park. "La Polizia aspettava che succedesse qualcosa di grave prima di intervenire?"

Le risse sono state tre: la prima fra i giovani, sedata da chi ci racconta la storia, la seconda tra loro e il cassiere di una giostra, la terza contro di lui. "Urlavano che avevo chiamato la Polizia, ho detto che era vero. Mi hanno rotto una costola

BELLINZONA – Botte, tra di loro, poi a un cassiere del Luna Park, infine al protagonista della storia, che ci ha raccontato cosa ha vissuto. In particolare, ha voluto puntare il dito contro la Polizia, che a suo avviso è intervenuta troppo tardi e solo dopo ripetute chiamate. “Aspettavano che succedesse qualcosa di grave?”, si chiede.

È il 27 aprile, l’uomo (nome noto alla redazione) con la moglie e la figlia di 10 anni si reca verso il Luna Park di Bellinzona, vicino all’Espocentro. Sono circa le 22, arrivano a piedi e rimangono all’incirca mezz’ora.

Ma poi si accorgono di qualcosa. “Alle 22.45 circa, all’uscita c’era un gruppo di ragazzi giovani che si stavano picchiando. Non c’erano agenti della Polizia nei dintorni e ho deciso di intervenire per interrompere la rissa. Mi sono avvicinato loro e ho detto di smettere e che avevo chiamato la Polizia (in realtà non l’avevo ancora fatto), volevo solo usare questa piccola bugia per calmare i giovani mettendo loro un po’ di paura. E sembrava funzionare, dato che si sono tranquillizzati”.

Lui torna dalla famiglia, i giovani però non desistono. “Il gruppo si è spostato verso la cassa di una giostra e li è ricominciata la rissa in cui è stato coinvolto anche il cassiere. Abbiamo sentito le urla e ci sembrava che i giovani tirassero fuori dallo sportello il cassiere, mentre lo picchiavano. Avevamo paura che stesse per succedere qualcosa di grave”.

A quel punto chiama davvero la Polizia, componendo il 117. “Erano le 22.54 e ho chiesto un intervento d’urgenza da parte della polizia, visto che al parco non c’erano pattuglie o agenti. Strano a mio avviso che in un parco divertimenti la sera tardi, dove c’era tanta gente giovane tra cui ubriachi e poi qualche famiglia con bambini, non ci fosse nessuno per sorvegliare l’ordine. Ad ogni modo, al 117 ho detto che ero un testimone di una rissa grave a Luna Park di Bellinzona. Mi è stato risposto che in questo caso avrei dovuto chiamare un'altra polizia. Io ero spaventato e ho detto che non conoscevo nessun altro numero della Polizia e che non c’era nemmeno il tempo per cercarlo, chiedendo di intervenire urgentemente. Sono stato messo in collegamento con un’altra persona che mi ha fatto ripetere chi fossi e che cosa stava succedendo”. La conversazione dura 4 minuti.

Nel frattempo la rossa si calma, il protagonista e la sua famiglia restano in zona per aspettare l’arrivo della Polizia, prima di decidere, dato che non arrivava nessuno, di andarsene. Non prima però di aver lasciato il numero di telefono e il contatto al cassiere picchiato, offrendosi come testimone “Abbiamo parlato in tedesco. Il cassiere mi ha detto che subito dopo l’aggressione subita, ha chiamato anche lui la Polizia, ma senza risultato. Mentre noi parlavamo usando diverse volte la parola in tedesco ‘Politzei’, da da dietro si è avvicinato il solito gruppo di giovani aggressivi: urlavano dicendo che noi avevamo chiamato la Polizia, provocando una lite e una rissa. Io in tedesco ho risposto di si, al che hanno cominciato a picchiare anche me”.

Incassa diversi colpi, gli rompono una costola, ci racconta. Non ricorda esattamente quando si sono allontanati, poiché non si sentiva bene dopo le botte. “Mentre mi picchiavano il cassiere ha chiamato la Polizia un'altra volta. Io ho chiamato l’ambulanza alle ore 23.21, quasi mezz’ora dalla mia prima telefonata. Cinque minuti dopo l’ultima chiamata, sono intervenuti i paramedici e la Polizia. Sembrava che polizia aspettasse che succedesse qualcosa di grave prima di intervenire…”, commenta amareggiato.

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