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Cronaca
09.11.19 - 18:360

Giù le mani dal Liceo... I docenti chiamano alla rivolta contro la riforma del DECS: "Non vogliono ascoltarci"

“Invitiamo tutti i cittadini, e in primis genitori, allievi e docenti, a raccogliere le preoccupazioni di numerosi insegnanti e di tutte le associazioni e organizzazioni che si occupano della scuola, e a fare pressione sull’Autorità"

BELLINZONA - “Invitiamo tutti i cittadini, e in primis genitori, allievi e docenti, a raccogliere le preoccupazioni di numerosi insegnanti e di tutte le associazioni e organizzazioni che si occupano della scuola, e a fare pressione sull’Autorità politica perché induca il DECS ad adottare misure di buon senso, che evitino di sprecare energie e risorse e di gettare a mare molte delle faticose conquiste che hanno fatto del liceo ticinese un modello sul piano federale”.

 

I docenti chiamano alla rivolta e chiedono “una moratoria che congeli il progetto del DECS di Nuovo piano settimanale delle lezioni del Liceo, utilizzando le risorse già messe a disposizione per condurre ad una riforma ponderata, condivisa e duratura”.

 

La lettera aperta è firmata da diverse organizzazioni: Associazione dei docenti delle scuole medie superiori ticinesi, Associazione LaScuola, Associazione per la scuola pubblica del Cantone e dei Comuni,  Associazione ticinese degli insegnanti di storia, Federazione docenti ticinesi, Movimento della scuola, OCST docenti, Sindacato Indipendente Studenti e Apprendisti, Società ticinese docenti educazione fisica, Verifiche e VPOD docenti.

 

 

“Il Forum delle associazioni e organizzazioni degli insegnanti e della scuola – si legge nel testo - lo scorso giugno ha segnalato le criticità e i rischi legati al progetto di Nuovo piano delle lezioni settimanali del Liceo, presentato ai collegi dei docenti nel mese di maggio.

 

Nella sua risposta, l’Autorità si limita a un’acritica opposizione a tutte le nostre legittime e fondate argomentazioni, senza entrare nel merito.

 

Il progetto, dunque, procede a tappe forzate, costringendo i Gruppi cantonali di materia a consegnare, entro sei mesi dall’inizio dei lavori, i nuovi piani di studio, i quali difficilmente potranno essere declinati in piani di sede in tempo utile perché gli allievi che attualmente seguono la quarta media si iscrivano ad una scuola superiore in modo consapevole e informato. La fretta, si sa, è spesso foriera di soluzioni improvvisate e approssimative.

 

In particolare, l’introduzione dell’informatica - che l’Autorità federale impone ai cantoni entro il 2022 - è prevista in Ticino già a partire da settembre 2020, pur nella consapevolezza che l’insegnamento dovrà essere affidato a docenti non adeguatamente qualificati. La nuova griglia troverebbe giustificazione proprio nell’esigenza di far spazio alla nuova materia: noi ribadiamo invece che questa potrebbe essere semplicemente aggiunta ai programmi attuali senza superare il numero di ore settimanali previste dal nuovo piano delle lezioni settimanali.

 

I docenti, nel frattempo, restano al margine. Esclusi dall’elaborazione del progetto, sono stati coinvolti in una procedura di consultazione che sulla stampa è stata definita come “una buffonata”.  Un’espressione forte, che tuttavia consente di comprendere lo stato d’animo di chi si è trovato a dover analizzare un progetto senza una base documentale, in tempi ristrettissimi e a condizioni incomprensibilmente restrittive (solo come gruppi di materia di sede chiamati a rispondere a tre precise domande a carattere operativo).

 

Il documento Esito della consultazione presso i docenti, elaborato dai direttori delle sedi durante l’estate, consiste in una selezione (di cui non è dato sapere i criteri) di osservazioni critiche, a fronte delle quali sono state avanzate soluzioni in alcuni casi surreali, come ad esempio quella che affronterebbe il rischio di segregazione fra curricolo scientifico e non-scientifico semplicemente evitando di chiamare “scientifico” il curricolo scientifico…

 

Molte critiche, e in particolare quelle che evidenziavano le contraddizioni con i principi fondanti del modello liceale ticinese, sono state semplicemente ignorate, impedendone la diffusione con buona pace del principio di trasparenza al quale dovrebbe sottostare, per legge, l’Autorità.

 

Nel frattempo, a livello federale sono già ad uno stadio molto avanzato i lavori di revisione degli studi liceali. Entro poco tempo sarà così possibile sapere quali saranno i nuovi vincoli che verranno imposti ai cantoni per una revisione dell’organizzazione degli studi e dunque anche della griglia settimanale.

 

Da qui, il rischio che i Gruppi cantonali, intenti nello sforzo di adattare i piani cantonali di studio, li debbano di nuovo modificare fra un paio di anni. Si pensi ad esempio alla richiesta di una fattiva e concreta collaborazione interdisciplinare che nella riforma federale verrà descritta in maniera più dettagliata e vincolante. A fronte di ciò, la revisione dei piani in corso sconta la progettata abolizione degli originari spazi di interdisciplinarità, sostituiti con fumose soluzioni di giornate di studio o settimane-progetto”.

 

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