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Cronaca
07.01.20 - 14:290

"Il koala è il simbolo della dolcezza. Ora basta calze, servono soprattutto garze". Tutto partì da un post...

La raccolta di materiale per aiutare gli animali australiani feriti è cominciata da un post dell'animalista Nadia Parise: in poco tempo, 2'000 condivisioni, l'interesse dei media, 3'000 donazioni e persino gli haters!

LUGANO – Questa è la storia di quanto un animale ferito possa commuovere, di come i social possano muovere realmente il mondo e di come anche il nostro Ticino, piccolo a livello di dimensioni, possa balzare agli onori della cronaca per il suo grande cuore

Da mesi ormai gli incendi devastano l’Australia, sebbene i media ne parino insistentemente da molto meno tempo. Pochi giorni fa Nadia Parise, da sempre animalista, per caso ha letto su Facebook il post di una ragazza di Riazzino, la quale aveva visto che un ospedale per animali a sud su Sidney cercava calze per curare le zampe ferite degli animali australiani. A lì, ha deciso di contattare qualche struttura della zona, trovandone una vicina a Adelaide. “Li ho contattati attraverso il social, chiedendo se serviva loro un pacco con qualcosa e mi hanno detto che siamo straordinari. Hanno bisogno in particolare di garze, oltre che delle calze. Servirebbero anche per esempio eucalipto e semi, ma per motivi doganali non possiamo farglieli avere”.

Nadia ha scritto un post, che improvvisamente ha avuto più di 2'000 condivisioni. La potenza dei social! “Non me lo aspettavo, non ho tantissimi amici su Facebook, invece la cosa ha generato interesse, oltre a voi ci hanno contattato anche altri media.

La raccolta è gestita da lei e da alcune amiche che amano gli animali, tra cui una veterinaria. “Venerdì partirà il primo pacco, mi ha scritto anche gente australiana informandomi di altre situazioni difficili, sto dunque contattando varie associazioni, tra cui una operante su un’isola vicino ad Adelaide dove ci sono soprattutto canguri bisognosi di aiuto. Abbiamo ricevuto 300 tra calzini e garze, ne attendiamo, secondo le promesse, altri 3'000. Adesso non servono più calze, ma in particolare bende. Non mi aspettavo assolutamente tutto questo, partito poi da un post…”. Addirittura Nadia ha conosciuto gli haters, persone che insinuavano che la raccolta non fosse realmente per l’Australia. “Dicevano che ci stavamo inventando tutto. Vuoi fare del bene, eppure ecco cosa succede, è allucinante”.

Ma a vincere è certamente la soddisfazione. “Solo noi in Ticino abbiamo organizzato questa raccolta. Ora mi auguro parta anche da altre parti, per esempio mi hanno scritto dalla Francia, da Bai, dalla Sardegna, li ho esortati a fare qualcosa sul posto, il che richiede meno tempo che spedire a me”.

E a chi pensa che si voglia più bene agli animali che alle persone, Nadia spiega che “sono vegana, la prima cosa a cui ho pensato è stato che per qualcuno magari mentre aiutavo i koala mangiavo pollo: non è così. Il koala è un animale che sembra innocente e inerme a vederlo bruciacchiato e zitto rappresenta l’innocenza ferita, è un animale simpatico a tutti. Vederlo in quel modo è come aver davanti un cucciolo ferito, è un’immagine che ha toccato, simbolo di dolcezza. Ma rendiamo attenti al fatto che tutti gli animali sono uguali”.

Anche le persone hanno ricevuto molti soldi, “coloro con cui parlo sono scioccati dalla solidarietà dl mondo, hanno avuto donazioni per 30 miliardi di dollari. Quel che non serve oggi, comprese le attrezzature per gli animali, serviranno un altro giorno. Gli australiani poi con gli animali sono davvero friendly, pensiamo che da noi esiste una sola Protezione animali, loro ne hanno una per specie, con 3 persone attive 24 ore su 24”. Che ora hanno bisogno di aiuto.

 

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