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Cronaca
06.05.20 - 17:570
Aggiornamento: 08.05.20 - 18:11

"Non sappiamo se potranno aprire tutti, sia bar che ristoranti". "Prevedo che diversi esercenti non aprano"

Dopo i ringraziamenti di rito per il passaggio di presidenza, ci si è incentrati sull'apertura degli esercizi pubblici. "Frontalieri? Non torneremo alla situazione precedente"

BELLINZONA – Tornano dopo qualche tempo le conferenze stampa del Governo, con il nuovo Presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi, il Direttore del DFE e Elia Arrigoni, Responsabile dei Servizi Generali della Polizia Cantonale.

Vitta: “Fiero dei ticinesi”

“Siamo stati confrontati con situazioni nuove e mai sperimentate, abbiamo passato insieme un periodo quasi surreale, in cui il virus era sconosciuto a noi. abbiamo vissuto momenti nuovi, con l’annullamento di eventi che facevano parte della nostra quotidianità, così come il primo derby a porte chiuse. Tutto è aumentato con la chiusura di scuole e attività economiche, in fretta, senza permetterci di capire fino in fondo cosa stava succedendo. Ci siamo dovuti abituare a una normalità diversa, abbiamo anticipato decisioni che poi sono state prese anche a Berna, a cui siamo stati contrapposti per una settimana: grazie a voi, con determinazione, abbiamo fatto capire la necessità di avere misure più restrittive rispetto al resto della Svizzera.  Vi ringrazio per la vostra vicinanza e il vostro sostegno”.

“Oggi è anche il giorno di cambio di presidenza, che sarà assunta da Gobbi. Ho assunto la presidenza a inizio legislatura, quando grazie a finanze più sane si lavorava a progetti di crescita del Cantone. Negli ultimi mesi le priorità sono cambiate, da una fase progettuale si è passati a una fase per proteggere e tutelare la nostra salute. È stata una presidenza particolare, dove ho vissuto ancora più intensamente il contatto con voi cittadini, che ringrazio per l’attaccamento mostrato al Ticino. In occasione del cambio di presidenza ci tengo a esprimere un sentimento di gratitudine a chi ha collaborato con me.

“Grazie ai colleghi di Governo, al Gran Consiglio, alla Deputazione ticinese. Ci siamo coperti una comunità solidale e unita e abbiamo riportato in luce i nostri valori più preziosi. Lo sentiamo nel nostro cuore, è e deve continuare a essere fonte di ispirazione e forza per i passi che ancora ci attendono. Continuiamo a portare con noi i valori che abbiamo appreso. Cari ticinesi, sono fiero di voi, siate fieri di voi stessi”.

Gobbi: Andare al bar e al ristorante sarà diverso”

“La mia parola di apprezzamento è per il collega Vitta, molto presente nelle comunicazioni. Siamo stati, come Consiglieri di Stato, più vicini tra noi che coi nostri familiari, che ci hanno visto più spesso in tv che dal vivo. Sono stati periodi difficili. L’aspetto più doloroso è stato dover prendere distacco da persone care in una forma che non era abituale. Quanti di noi hanno dovuto prendere congedo da familiari, amici, senza poter condividere il dolore umano. Ogni persona, ogni cittadino, ogni nucleo familiare, ha vissuto direttamente o indirettamente la situazione, la nostra sensibilità di Governo è di mostrare la nostra solidarietà. Come comunità lombardo-latina, soprattutto con un grande cuore, congedarsi in quel modo dai morti è stata la cosa più difficile”.

“Abbiamo visto come il sistema federale funziona, e che quando non ci sono le risposte tra i vari livelli si deve discutere. Dopo aver superato la prima onda del Coronavirus bisogna ripristinare determinate cose, sapendo che il domani e l’oggi non saranno più come l’ieri. Pensiamo ai modi di collegamento: oggi non ci siamo stretti la mano, io e Vitta, per il cambio di presidenza. Dovremo trovare nuovi gesti, magari mettere la mano sul cuore come segno di apprezzamento. Abbiamo potuto apprezzare anche i comuni, l’organo più vicino ai cittadini, e saranno importanti anche per i mezzi che andremo a proporre per aziende e persone fisiche”.

“L’altro apprezzamento è stato come la comunità ticinese sia in grado di assumersi le sue responsabilità, in modo ordinato e rispettoso delle direttive. I ticinesi si sono resi conto della gravità del momento. Siamo riusciti a appiattire la curva dei contagi e questo ci permette di guardare con più ottimismo al futuro. Dovremo continuare con questo passo, quello del montanaro, lento perché valutato ma puntuale. Serve prudenza, serve rispetto delle regole, se vogliamo evitare scenari peggiori rispetto a quanto vissuto e di tornare in una situazione di emergenza. Siamo pronti a continuare il nostro lavoro, ma anche a guardare avanti, per ripristinare i servizi e le prospettive di crescita armoniosa in unione alle politiche cantonali, federali, comunali. Dovremo trovare risposte economiche e sociali, però anche tenere le lezioni apprese da questa emergenza. Abbiamo vissuto anche momenti di confronto fra autorità cantonale e federale, cantonale e comunale, guardiamo avanti, prendendo quanto abbiamo insegnato. La normalità diversa ci accompagnerà nella prossime settimane e i prossimi mesi”.

“Fino a fine mese lo stato di necessità continua, poi vedremo nei prossimi periodi come andrà, si potrebbe anche prolungare”.

“Distanti ripartiamo, è il nuovo motto della campagna del Cantone. Solo rispettando le regole riusciamo a ripartire”.

“Bar e ristoranti non sono solo funzionali a un pasto o a una bibita ma sono luoghi di aggregazione. Per gli anziani, l’osteria è un luogo di aggregazione. Dobbiamo capire che non saranno gli stessi, per noi a livello comportamentale e per i gestori a livello di lavoro: dobbiamo adattare i nostri comportamenti. Le abitudini che avevamo, come leggere il giornale. Sarà importante capire come le modifiche impatteranno sul settore. Dobbiamo capire se la gente avrà ancora voglia di andare in un ristorante o in un bar con queste limitazioni. Inoltre ci sono degli oneri accresciuti per chi riapre. La nuova normalità sarà accompagnata da misure di protezione che richiedono attenzione da parte degli esercenti e da parte nostra, con anche sacrifici come dover dare i nostri dati personali. Abbiamo segnalato alcune criticità sul fronte, l’apertura non era prevista in questo momento bensì per giugno, in modo che tutto il settore potesse verificare come a seguito di altre aperture si fosse mossa la curva. La velocizzazione ci ha colto di sorpresa, contiamo sugli esercenti e sulla loro responsabilità. Avremo una nuova accoglienza, il sorriso e la valorizzazione dei nostri prodotti possono essere il punto in più in questo momento”.

“Raccogliere dati è per noi una criticità. Si è sempre parlato della privacy e ora si permette a esercenti di raccoglierli, dobbiamo capire se va bene o no”.

Arrigoni: “Ecco alcune regole per ristoranti e bar”

“L’ordinanza arriverà venerdì dunque non conosciamo tutti i dettagli. Il Cantone ha già cominciato a lavorare e a ragionare con le associazioni di categorie. Si percepisce una forte volontà da parte di tutti di implementare le regole imprescindibili per la salute pubblica. Alcuni hanno annunciato di voler posticipare l’apertura per conoscere nei dettagli le norme. È stato richiesto un piano di protezione che va approvato dal Consiglio Federale. Non possiamo citare tutte le norme ma ne elenco alcuni”.

“Prima di tutto, il distanziamento sociale: due metri in tutti gli spazi che caratterizzano un esercizio pubblico. Se non è possibile servono pannelli in plexiglass o in altri materiali. Al massimo possono sedersi quattro persone al tavolo, a eccezione dei nuclei familiari. La pulizia delle mani è già una misure intrinseca di chi lavora negli esercizi pubblici, ora ancora di più. È richiesto un contributo da parte dell’avventore, che dovrà fornire dei dati personali (nome, cognome e numero di telefono), conservati quindici giorni e poi cancellati. Servirebbero all’unico scopo di garantire il contact tracing. Potrebbero essere chiesti anche dal Medico Cantonale”.

“Fra gli avventori e coloro che ospitano la clientela non devono esserci rapporti, le interazioni devono avvenire a due metri di distanza, sennò è raccomandato l’uso della mascherina o di una visiera. Non sono però mezzi obbligatori. Le regole di pulizia dei locali dovranno essere ancora più accresciute del solito. Se dovesse venir constatato che il piano di protezione non è rispettato l’ordinanza sul Covid prevede di far chiudere l’attività, così come in tutti campi. Abbiamo apprezzato i contatti avuti coi rappresentanti di categoria, si è vista la volontà di mettere in atto le misure. Le varie autorità competenti svolgeranno dei controlli. La Polizia ha allestito un formulario specifico, per controllare distanza sociale e numero dei posti”.

Gobbi: “Nessun coordinamento coi Cantoni”

“I passi riguardanti la ristorazione sarebbero dovuti essere concordati meglio con i Cantoni. Siamo stati colti di sorpresa, di fatto sapremo com’è l’ordinanza solo venerdì, tre giorni prima l’apertura. Non sappiamo se quanto presentato da GastroTicino sarà approvato. D’altra parte si è sempre parlato di protezione dei dati e qui si permette agli esercenti di raccogliere nomi, cognomi e numeri di telefono. Abbiamo segnalato delle criticità al Governo Federale, in particolare l’incongruenza tra quanto comunicato settimana scorsa e quanto poi fatto. Se si dice che dall’11 maggio i ristoranti e i bar possono aprire e non ho un’ordinanza, creo un problema al capitano Arigoni e ai suoi collaboratori, che devono verificare il rispetto delle norme. La certezza serve anche ai gerenti per adattare i loro esercizi pubblici. Fino a ieri le informazioni mancavano, da un principio astratto bisogna arrivare alla pratica e non è evidente, il Cantone e i Comuni dovranno poi segnalare”.

“C’è molta prudenza da osti e ristoratori. Non sanno come agiranno gli avventori. Inoltre la riduzione dei posti a sedere causa preoccupazioni. Andranno fatti dei ragionamenti economici, perché i costi fissi per gli esercenti ci sono. Prevedo numerose chiusure date da questi restringimenti, per questo come autorità nell’ambito delle misure di protezione chiederemo di definire il numero dei posti sia interni che esterni”.

“L’incertezza è data dalla mancanza di modifiche dell’Ordinanza federale, nessuno ci dice che i bar possono aprire. Quando abbiamo incontrato Sommaruga ci siamo confrontati, lei ci ha detto che anche al bar si deve star seduti, non consumare qualcosa in piedi. Dovremo capire le modifiche dell’Ordinanza e come andrà elaborata la normativa stessa. purtroppo questi documenti mancano ancora per cui non possiamo dare risposte a un settore che ne ha bisogno”.

Arrigoni: “Non sappiamo se tutti potranno aprire”

“Non c’è margine di manovra cantonale, le finestre di crisi non sono più concesse. Non è ancora definito in maniera chiara se verranno aperti sia bar che ristoranti, la ristorazione che avviene seduta avviene in modo generalizzato, non dovrebbe essere lo stesso per locali erotici e discoteche. Noi della Polizia ci siamo attivati, prevedendo e pianificando azioni puntuali”.

“Non ci sono limitazioni sugli orari, la normativa cantonale dà già dei paletti e non mi risulta ci siano motivi per cambiare gli orari. Per quanto concerne il piano di protezione, se non è rispettato vige la proporzionalità ma al contempo è perentorio il fatto che le autorità cantonali possono chiudere singole strutture se non dispongono del piano o non lo rispettano”.

“Se ci saranno assembramenti, che non sono permessi, la responsabilità è dei singoli. Se un assembramento avviene per un mancato rispetto del piano di protezione, a quel punto la responsabilità potrebbe essere del gerente dell’esercizio pubblico”.

“Non abbiamo i dati su quante strutture alberghiere hanno riaperto, non c’è un obbligo di notifica. Non ci risultano infrazioni constatate”.

Gobbi: “Anche gli over 65 al bar”

“La risoluzione governativa che regge le limitazioni sugli Over 65 scade domenica sera. Non vorremmo rinnovarla, dunque anche loro potranno recarsi all’osteria. Ma ricordiamo le nuove regole, non sarà quello che abbiamo vissuto fino a due giorni prima della chiusura. Purtroppo nella nostra cultura sono luoghi di aggregazione, adesso dovranno esserci quattro persone attorno a un tavolo, dovremo adattarci. E gli avventori ragionano, ora, se aprire o no: da una parte c’è il richiamo del turismo e dall’altra le limitazioni però mettono in difficoltà”.

“Al momento le riaperture delle frontiere sono finalizzate per chi viene a fornire prestazioni lavorative. Dal lato italiano le limitazioni restano, auspichiamo un coordinamento con le autorità federali. Fintanto che restano le misure alle frontiere questa è una tutela, in modo che nessuno possa andare da una parte all’altra della frontiera se non può. Abbiamo visto quanto è vantaggioso avere meno traffico. Non penso che rivivremo quello che succedeva nei mesi scorsi, siamo ben sotto ai dati di transito di prima dell’introduzione della libera circolazione”.

“Si va verso una normalizzazione dell’azione politica, con la ripresa di Gran Consiglio e Consigli Comunali ma nel rispetto delle regole e delle distanze, come avvenuto a Berna”.

Vitta: “Ticinesi, restate in Ticino”.

“Il nostro augurio è che le persone ticinesi passino le vacanze in Ticino, limitando i problemi economici del turismo. Presenteremo delle misure prossimamente”.

“Ieri il Capo della Sezione del Lavoro ha spiegato come funzionano le cose. C’è l’indennità di perdita di guadagno a cui si può accedere se ci sono dei veri motivi per non aprire, si dovrà valutare caso per caso e la Sezione del lavoro è a disposizione per i ragguagli”.

“Per quanto riguarda il debito pubblico, spetterebbe all’autorità federale ritoccare l’IVA, non è una misura che va nelle misure di favorire i consumi dunque mi auguro non avvenga, dato che vanno rilanciati gli acquisti. Sul debito del Cantone, esso potrà rientrare se vi sarà un serio piano di rientro. Servirà consenso attorno a questo piano e il debito pubblico non dovrà gravare sulle future generazioni in modo eccessivo, è una delle nostre preoccupazioni, perché si ipotecherebbe la capacità progettuale delle generazioni future”.

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