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Economia
27.05.17 - 09:000
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Disoccupa TI, un gruppo Facebook per raccontare "il disagio collettivo di chi non ha lavoro. La causa principale? L'impiego sconsiderato di frontalieri"

Parla la fondatrice del gruppo: "in molti si lamentano degli URC. Vorrei inviare le testimonianze alle alte sfere, e "Prima i nostri" va inserito nella Costituzione Federale"

BELLINZONA - Da qualche tempo, su Facebook è nato il gruppo Disoccupa TI, che raccoglie testimonianze riguardo situazioni vissute da disoccupati. Sono iscritti anche alcuni politici. Scorrendo i post, ci siamo domandati qual è lo scopo (solo sensibilizzare? Compiere passi concreti?), ed abbiamo girato i quesiti alla fondatrice, che in una lunga email ci ha spiegato come è nato il suo gruppo.

Eccola:

"L’idea è nata un po’ per esperienza diretta con il problema della disoccupazione, un po’ a seguito del quotidiano bombardamento di notizie catastrofiche che riguardano la situazione del mercato del lavoro in Ticino!

Sono nata a Lugano, ho quasi 38 anni. Ho un diploma SUPSI di economista aziendale, e ho lavorato per diversi anni presso la fiduciaria di famiglia, negli ultimi tempi come gerente della stessa.
I problemi sono cominciati quando il gruppo dei nostri clienti più importanti, terrorizzati dall’inasprirsi delle condizioni imposte dalle banche, hanno preferito rivolgersi ad altri consulenti meno professionali, lasciandoci di punto in bianco con un grosso ammanco di attività! Abbiamo cercato con ogni mezzo di salvare il salvabile, mettendo annunci alla ricerca di nuovi clienti, ampliando l’offerta di attività, cercando collaborazioni con altri fiduciari. Purtroppo ogni sforzo si è dimostrato vano. Per contenere i costi ho dovuto licenziare i due impiegati e trasferire l’ufficio a casa… Già allora, era il 2013, mi rendevo conto che avrei dovuto cominciare a cercare soluzioni alternative anche riguardo al mio futuro professionale!

Così ho iniziato a tenere d’occhio gli annunci di lavoro, e a mandare le mie candidature a quelli che m’interessavano. Nel 2014, grazie ad una conoscenza di mio fratello, sono riuscita ad ottenere una posizione al 35% come fiduciaria. Le intenzioni erano quelle di lavorare a tempo pieno, naturalmente! Il direttore della società mi aveva promesso che più avanti avrebbe aumentato il mio grado d’occupazione… Ma non è mai successo! Tante promesse ma scarsa concretezza… Probabilmente, per bilanciare i costi, assumermi a tempo pieno nella struttura avrebbe comportato il licenziamento di altri impiegati, una decisione che il signore in questione non si è mai sentito di prendere. Posso capirlo.

Nel 2015, mio malgrado, ho preso la decisone di iscrivermi all’ufficio disoccupazione. Era l’ultima cosa che volevo fare, ma non vedevo alternativa. Ho la fortuna che la mia famiglia mi è sempre stata vicina, aiutandomi anche finanziariamente. Alla soglia dei 40 anni però è doloroso vedere i propri genitori darsi tanta pena per una figlia che è in perfette condizioni di salute, piena di energie, e nel fulcro della propria autoconsapevolezza! Ho fatto richiesta per avere il sussidio, tra una cosa e l’altra mi ci è voluto un anno per ottenerlo, mi sono anche dovuta rivolgere a un avvocato!

Continuavo a rispondere agli annunci, nel frattempo, non ottenendo nulla. Speravo che magari con il sostegno dei consulenti dell’URC avrei avuto più chances. Invece niente! Non un colloquio! Le posizioni che mi venivano proposte erano sempre inferiori alle mie qualifiche. Questo potevo anche accettarlo, in quanto qualsiasi lavoro sarebbe stato uno stimolo per rimettersi in gioco, riacquistare autostima e sentirsi motivati, in breve, avere uno scopo!!!

Ma le offerte che mi trovavano presso l’URC erano talmente assurde da indurmi a pensare che fosse tutto un sadico scherzo… Spesso posizioni quale stagiaire presso aziende nella parte opposta di dove vivo… Una volta addirittura mi è stato proposto un posto al teatro Dimitri… Mi sono chiesta…: come clown??? Anche i corsi su come scrivere il curriculum vitae si sono rivelati di dubbia utilità.
Esaurito il diritto all’indennità ho preferito uscire dall’URC. L’unico vantaggio è che nel 2016 coi miei abbiamo potuto tirare un po’ il fiato grazie all’aiuto finanziario finalmente ottenuto dalla cassa disoccupazione. Speravo però di riuscire anche a trovare un lavoro!

Adesso è un periodo duro. So come ci si sente, e so che tanti altri ticinesi stanno vivendo esattamente le stesse emozioni: la frustrazione per l’essere inoperosi, il calo di autostima per essere sempre rifiutati, la rabbia per la consapevolezza di vivere un’ingiustizia! Ecco perché ho pensato che queste emozioni vanno non solo condivise, ma diffuse!

Quale mezzo migliore di Facebook? È alla portata di tutti, popolare, gratuito, garantisce un ampio raggio di visibilità… Così ho creato il gruppo Disoccupa TI. Ho ricevuto l’appoggio di un quotidiano online, al cui responsabile avevo sottoposto il progetto. Sono grata per l’interesse che ha dimostrato e per la collaborazione che, per via indiretta, mi fornisce! Voglio però precisare che il progetto è indipendente da qualsiasi movimento politico. Il problema della disoccupazione in Ticino riguarda tutti, a prescindere dall’orientamento politico! E tutti ben sappiamo, ipocrisie a parte, che la causa principale di questa situazione è l’impiego sconsiderato da parte delle aziende di personale frontaliero, preferito a quello locale!

Al momento ci sono un centinaio di iscritti nel gruppo. Le prime testimonianze che ho postato sono persone, uomini, donne, giovani e meno giovani, che ho incontrato personalmente ed intervistato. Noto una certa diffidenza all’inizio, la gente va un po’ incoraggiata ad esporsi… Però quando finalmente si apre, rincuorata dall’anonimato, il racconto diventa un fiume di emozioni, avvenimenti e aneddoti… spesso dolorosi! Alcuni hanno problemi di salute, alcuni hanno famiglie a carico, tutti lamentano il fatto che i servizi dell’URC non sono efficaci, tutti hanno voglia di lavorare e hanno delle competenze che vogliono mettere a disposizione dei datori di lavoro!

Due persone mi hanno scritto un’e-mail raccontandomi le loro esperienze ed inviandomi i loro CV. Le loro testimonianze appariranno nei prossimi post.

L’obiettivo è ambizioso: vorrei raccogliere il più testimonianze possibile, riunirle ed inviare il risultato, accompagnato da una lettera il più cortese possibile, alle “alte sfere” che gestiscono le decisioni sul mercato del lavoro in Ticino… Vorrei che questo concentrato di disagio collettivo servisse una volta per tutte a sensibilizzare l’opinione pubblica!

A mio avviso, un’iniziativa come “Prima i nostri”, non dovrebbe essere solo una possibilità. Dovrebbe essere una legge, da inserire nella Costituzione Federale!"
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