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Oltre L'economia
12.02.19 - 09:000

Il futuro professionale dipenderà dalla capacità di acquisire sempre nuove competenze

Focus sulla formazione: la recente inchiesta congiunturale della Cc-Ti ha messo in luce la mancanza in Ticino di manodopera qualificata, una sfida per la scuola

BELLINZONA - Focus sulla formazione continua su misura. La C-Ti propone un’ampia offerta di corsi sui temi della gestione aziendale, oltre che una Scuola Manageriale.

Linkedin conta oggi 560 milioni di utenti in tutto il mondo. In Ticino 71 mila professionisti e 2100 imprese fanno capo all’unico social network specializzato nel commercio interaziendale. 

Ma come utilizzare Linkedin per ampliare il giro di affari? Innovare con la strategia di Walt Disney, ovvero, come stimolare la creatività per produrre nuove idee e possibilità di sviluppo, in poche parole innovazione? Come usare i social media o il digital marketing per relazionarsi efficacemente con i clienti e rafforzare il proprio marchio nel web? 

Domande a cui rispondono alcuni dei tanti corsi di formazione puntuale della Cc-Ti, assai attenta alle trasformazioni indotte dall’economia digitale e a recepire le esigenze del nostro sistema produttivo.

Una formazione puntuale, che nasce dal filo diretto con le imprese e dal monitoraggio costante delle loro necessità, con un’ampia scelta di proposte che toccano ogni aspetto rilevante dell’attività imprenditoriale: comunicazione, diritto del lavoro, export, finanze, organizzazione aziendale, questioni giuridiche, risorse umane e vendita, a cui si aggiungono i percorsi formativi di lunga durata della scuola manageriale.

Sino a pochi decenni fa il bagaglio di competenze acquisite durante la formazione scolastica e professionale era un patrimonio che durava tutta la vita, oggi si stima non duri più di cinque anni. Un lasso di tempo brevissimo, non sostenibile per la formazione di base, che resta sempre fondamentale, ma che per forza di cose è molto più lenta nell’adeguare i suoi contenuti a scenari produttivi che mutano rapidamente. 

Rispetto a questa veloce obsolescenza, assumono più importanza la formazione continua e quella on the job, perché riescono a focalizzarsi più tempestivamente sull’acquisizione e l’aggiornamento delle competenze indispensabili ad un’economia che ha cambiato passo. Le tecnologie digitali prefigurano una produzione intelligente “non più incentrata su un sapere organizzato per mestiere, ma su un sapere orientato invece su filiere”, che richiederà competenze tecniche, attitudinali e trasversali, e al tempo stesso stanno già anticipando forme inedite di mercato basate sul predire e orientare le scelte dei clienti.

Anche la recente inchiesta congiunturale della Cc-Ti ha messo in luce la mancanza in Ticino di manodopera qualificata. Un deficit che evidenzia una sfida per la nostra scuola e il sistema formativo che si può riassumere in due punti essenziali: un processo educativo che sin dalla scuola dell’obbligo incentivi l’auto-responsabilizzazione individuale, affinché ognuno sia consapevole che il suo futuro professionale dipenderà dalla capacità di acquisire sempre nuove competenze; più sostegno alle imprese, magari sgravandole da inutili carichi burocratici, con una miglior promozione dell’apprendistato.

Proprio quest’ultimo non rappresenta infatti una scelta di serie B, ma offre invece sicure opportunità di lavoro e di carriera, e alle imprese i profili professionali di cui hanno bisogno.

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