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Cronaca
11.12.15 - 10:560
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17

Salvioni, «ho fatto solo il mio dovere. Cosa ci faceva paura? L'incognito»

Il Municipale di Locarno si difende da chi lo ha attaccato per aver assistito al comizio di Nekkaz e Illi ieri in Piazza Grande. «È stato uno scambio di idee interessante»

LOCARNO - È stato una sorta di comizio quello tenuto ieri in Piazza Grande a Locarno da Rachid Nekkaz e Nora Illi contro il divieto della dissimulazione del viso. L'imprenditore franco-algerino, parlando di libertà, ha affermato di voler pagare le multe alle donne che si rifiuteranno di togliersi il velo. Le polemiche, più che ai due attivisti, sono state indirizzate al Municipale di Locarno, Niccolò Salvioni, responsabile della Sicurezza, che era presente: ha accolto chi calpesta le decisioni del popolo, come ha sentenziato qualcuno? «C'è stato il primo contatto per capire che cosa volevano fare, anche nell'ottica della sicurezza da approntare. D'altronde, chi doveva prendere contatto con loro? Ho fatto il mio dovere», ci dice.Dunque, averli accolti e ascoltati non vuol dire essere d'accordo con loro? «Assolutamente no».Avete predisposto un ingente sistema di sicurezza, che cosa temevate?«L'incognito. Non avevamo la minima idea di che cosa era stato pianificato e di chi potesse arrivare. Non sapevamo se potevano esserci delle contro manifestazioni, determinando zone di confronto. Abbiamo voluto evitare tutto ciò, non è successo nulla e dunque a livello operativo il dispositivo si è rivelato adeguato. C'è stata un'ottima collaborazione fra Polizia cantonale e comunale, che hanno svolto in modo impeccabile il loro lavoro».Che impressioni ha ricavato da quanto è stato detto dai due attivisti?«Le mie affermazioni presso altri media sono state considerate dichiarazioni quale Municipale, parlo come Niccolò Salvioni e non vincolo né il Dicastero né il Municipio. E se ciò che ho detto non è piaciuto mi assumo la responsabilità. Essendo sul teatro dell'evento, per cercare di garantire che non ci fossero confronti o limitazioni di diritti individuali da parte di qualsiasi persona presente in Piazza, ho colto l'occasione per sentire gli argomenti espressi. È stato molto interessante dal profilo operativo nell'ottica dell'implementazione futura di quanto votato dal Gran Consiglio. È stato possibile scambiare delle opinioni e sentire come queste disposizioni sono implementate in Francia e Belgio. Ho trovato Nekkaz una persona intellettualmente brillante, con argomenti filosofici e storici interessanti. L'elemento che potrebbe far breccia, nella loro ottica, presso la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, è la proporzionalità della pena: per quanto riguarda le contravvenzioni di piccolo importo, ci sarebbero pochi margini e non inoltrerebbero ricorso»L'ha colpita la storia di Nora Illi, svizzera convertita all'Islam che porta il niqab e lo difende?«Colpiscono gli occhi celesti con le ciglia bionde, celate. È una scelta di vita. Si riesce a comunicare anche se non si vede il viso. È stato un prologo della presenza del niqab in Ticino quando entrerà in vigore la norma. Dal profilo normativo, ripeto, è stato interessante. Non penso saranno molte le persone che continueranno a portare il velo, sono poche quelle locali, anche se secondo Nekkaz in Europa il 60% di chi sceglie di vestire questi indumenti è autoctona e convertitâ. È una scelta, come d'altronde il Parlamento Cantonale con la legge ha operato la sua».Crede che Nekkaz e Illi faranno altre manifestazioni? E perché è stata scelta Locarno?«Non lo so. Questa è stata un'apparizione post decisione del Gran Consiglio per fare il punto della situazione. Non saprei dire come mai Locarno, posso affermare che abbiamo saputo gestire la situazione e che c'è stato un confronto di idee interessante».
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