Cronaca
30.03.16 - 09:000
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17
Lugano, i turisti e quei ristoranti chiusi il giorno di Pasqua
Numerosi esperti non condannano chi non ha tenuto aperto ma che, dato che la città ha investito sul turismo, concordano che sarebbe stato meglio farlo
LUGANO - Una buona affluenza turistica, ma pochi ristoranti aperti. Sembra un paradosso, eppure è andata così a Pasqua a Lugano: nel pomeriggio di domenica, molti bar e ristoranti erano chiusi.
Un'occasione persa? Per molti sì, un momento anche per rilanciare il dibattitto sulle aperture domenicali dei locali.
«È un peccato ed è controproducente. Perché se la politica investe nel turismo e poi gli esercenti tengono chiuso significa remare al contrario», ha detto scoraggiato al Corriere del Ticino (che ha sentito tutti gli esperti di cui riportiamo la voce) il direttore di GastroLugano Daniele Meni, ribadendo di non poter obbligare gli esercenti a tenere aperto e che gli stessi sono «un po' cocciuti» sulle aperture domenicali.
Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente di GastroTicino Massimo Suter. «Non possiamo criticare oltremodo coloro che hanno deciso, magari anche per questioni organizzative, di non aprire. Certo è che, in un periodo che già non è dei migliori, avere più esercizi pubblici aperti avrebbe anche potuto dare un’immagine diversa al turista della nostra regione». Se la città investe, ribadisce, sul turismo, sarebbe stato giusto che anche i locali avessero risposto presente, perché il fine ultimo è sempre il servizio alla clientela.
Lorenzo Pianezzi di Hotelleriesuisse allarga il discorso, parlando di turisti che vengono da luoghi in cui sono abituati a vedere tutto aperto, negozi completi.
Concorda e tocca anche il tema negozi anche Alessandro Stella, direttore dell’ente turistico del Luganese. «Così si alimentano i soliti e classici stereotipi e cliché su Lugano, come quello che dopo una certa ora non si trova più nulla da mangiare. Posso capire che per alcuni bar e ristoranti chiudere la domenica sia più conveniente che aprire, ma dal punto di vista dell’immagine della città è una cosa che fatico a digerire. Già i negozi sottostanno a leggi poco turistiche che impongono la chiusura domenicale...»