Cronaca
12.05.16 - 17:410
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17
Boom: Jacques Ducry lascia il PS di Lugano
Una questione di cadreghini nei cda delle aziende di Lugano fa scoppiare il bubbone. Per il momento il telefono di Ducry rimane spento...
LUGANO - C'eravamo tanto amati, e pure baciati, ma ora la love story fra Jacques Ducry e il PS sembra finita. Perlomeno a Lugano. Arrivato primo sulla lista dei socialisti per il Consiglio comunale, Ducry ha comunicato alla capogruppo Simona Buri la sua intenzione di lasciare il gruppo socialista. Ma niente dimissioni per il granconsigliere, che rimarrà sui banchi del legislativo cittadino come indipendente. Tuttavia Ducry lascerà il posto nella commissione delle petizioni, che sarà occupato da Raoul Ghisletta.
A poco più di un anno dall'avvicinamento dell'ex liberalradicale (o forse meglio dire solo radicale) sono già moltissime le frizioni registrate da Ducry con il PS. Erano stati dei pesi massimi ad avvicinarlo, Saverio Lurati (allora presidente cantonale del partito) e Manuele Bertoli. Ducry era stato candidato come indipendente sulla lista del Gran Consiglio e aveva fatto novanta, arrivando primo fra i compagni. Proprio grazie al suo ottimo risultato si era pensato di candidarlo per il Consiglio degli Stati, ma da lì sono cominciati i problemi. Infatti non tutti erano d'accordo con una candidatura così importante per un esterno al partito, e alla fine Ducry lasciò perdere.
Ora sembra ripetersi più o meno lo stesso copione a Lugano. Candidato al Municipio (non si poteva lasciarlo fuori, ci avevano detto a microfoni spenti i vertici sezionali), ha tentato di "far le scarpe" a Cristina Zanini Barzaghi, dapprima negando la volontà di primeggiare, poi attaccando frontalmente la municipale uscente, e infine indietreggiando. Un atteggiamento ondivago, che da una parte ha messo sulla difensiva i vertici sezionali (con il presidente Ghisletta che aveva invitato a "doppiare" Zanini Barzaghi), e dall'altra non riuscendo a suscitare sufficienti consensi fra l'elettorato.
E ora si è arrivati ai ferri corti. Dietro la somma di piccoli e grandi problemi, in particolare con Ghisletta, a quanto pare anche una questione di posti nei consigli d'amministrazione delle aziende della città. Posti spartiti a tavolino nelle stanze dei bottoni dei singoli partiti, che "piazzano" i loro rappresentanti in base a logiche di consenso interno.
Ora resta da capire come evolveranno i rapporti di Ducry con il partito a livello cantonale. Abbiamo provato a contattarlo, per ora il telefono è rigorosamente spento... .