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03.02.17 - 15:060
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

PLR, Lega, PPD, UDC e Verdi Liberali uniti per la Riforma III. «È equilibrata, e impedirà che le imprese delocalizzino»

Un appello congiunto di Cattaneo, Bignasca, Dadò, Marchesi e Marinotti invita a votare sì. «Perdite a breve termine? Il costo del non fare niente nel medio e nel lungo periodo sarebbe di gran lunga più alto»

BELLINZONA - Il centro destra è compatto per il sì alla Riforma III delle imprese, e a una decina di giorni dal voto, i presidenti di cinque partiti firmano un appello. Si tratta di Rocco Cattaneo, forse al suo ultimo atto alla guida del PLR, di Attilio Bignasca, Coordinatore della Lega dei Ticinesi, di Fiorenzo Dadò, fresco di elezione alla testa del PPD, di Piero Marchesi dell'UDC e di Franco Marinotti dei Verdi Liberali. Insomma, l triciclo unito assieme all'UDC, per dire sì alla Riforma. I cinque cercano, prima di tutto, di fare chiarezza. «In primo luogo, si tratta di una riforma equa, che garantisce la parità di trattamento per le imprese con sede in Svizzera e per quelle a vocazione internazionale, abolendo privilegi fiscali ingiustificati per quest’ultime. Con la Riforma III sarà più facile per le nostre imprese interagire con quelle estere, in un clima di certezza del diritto che di certo sarà propizio agli affari». Si è discusso molto, nelle ultime settimane, sul fatto che la Riforma sia o meno equilibrata, con l'intervento anche dell'ex Consigliera Federale Widmer-Schlumpf. Per Cattaneo, Bignasca, Dadò, Marchesi e Marinotti, lo è: «se da un lato prevede un incremento nel carico fiscale delle imprese multinazionali, dall’altro include una serie di misure, quali ad esempio la defiscalizzazione degli investimenti, volti a rendere la Svizzera un paese attrattivo quale sede d’imprese. Proprio grazie alla Riforma, il Canton Ticino potrebbe diventare un polo d’eccellenza, attraendo attività ad alto valore aggiunto. Bisogna dunque puntare su queste imprese per sostenere l’occupazione a livello cantonale». «Con l’accettazione della Riforma III della fiscalità delle imprese, si ridurrà inoltre notevolmente il rischio di delocalizzazione all’estero delle imprese presenti sul territorio, un’eventualità che, soprattutto per i piccoli comuni, potrebbe avere delle conseguenze nefaste sui conti pubblici e sull’occupazione. Se la stessa non entrasse in vigore, l’attrattività e la competitività della Svizzera verrebbero seriamente intaccate. Numerosi posti di lavoro (quasi 2000 solo nel Luganese) sarebbero a rischio, con conseguente contrazione anche del gettito fiscale. A livello ticinese parliamo di oltre 3'000 impieghi, 180 milioni di gettito fiscale e il 7,7% del PIL a rischio», proseguono. Infine, l'appello alla popolazione. «Il nostro Cantone non può permettersi di perdere questa occasione per rafforzare il proprio tessuto economico. Anche se nell’immediato il gettito fiscale potrebbe diminuire, occorre essere lungimiranti perché l’economia è qualcosa di dinamico, non di statico. Il costo del non fare niente nel medio e nel lungo periodo sarebbe di gran lunga più alto. Votiamo quindi un Si convinto alla Riforma III dell’imposizione delle imprese».
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