BELLINZONA – Nessuno pare essere d’accordo con le novità fiscali che Christian Vitta vorrebbe introdurre: non a sinistra, con PS, ForumAlternativo, PC e MPS contrari, e nemmeno a destra, con Quadri che chiede una riforma dal basso. Non si sono espressi PPD e UDC, oltre al PLR che si pensa sia ovviamente dalla parte del Ministro.
Per tanti, la volontà di abbassare il moltiplicatore cantonale dal 100% al 95% è una mossa elettorale. Ma Vitta, interpellato da La Regione, insiste sulla necessità di novità, in previsione della possibile vittoria alle urne del Progetto Fiscale 17 a livello nazionale. “Forse vale la pena chiarire che l’obiettivo non è fare sgravi fiscali fini a sé stessi ma recepire le modifiche e adeguarci. Le necessità e la tempistica di intervento sono dettate da quanto sta avvenendo a Berna”. Insomma, nessuno spot elettorale.
Il liberale ribadisce, in caso di sì, il bisogno di attrarre sul territorio le aziende, un punto centrale già affrontato con la riforma fisco-sociale a livello cantonale. Quanto costerebbe, il tutto, ovvero l’abbassamento dell’imposta sull’utile per le persone giuridiche dal 9% al 6% e l’abbassamento del moltiplicatore del 5% per le persone fisiche? “Al netto, potrebbero rappresentare un onere tra i 60 e i 70 milioni di franchi”. Un’ipotesi, perché ci sarebbero dei soldi in arrivo da Berna e le imposte delle società a statuto speciale.
Seppur l’anno 2018 si sta mostrando sempre più positivo per i conti, “un anno specifico con fattori straordinari”, per Vitta, nonostante sia più facile partire con una situazione favorevole, “la manovra va valutata nella sua sostenibilità in un’ottica di medio-lungo termine”.
Manovre sociali? Potranno esserci, ma non all’interno della manovra fiscale, “se necessario dovranno essere portate avanti in maniera indipendente”.