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19.01.16 - 13:420
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

L'UDC secondo Marchesi, «vogliamo contare di più sul piano nazionale»

Marchesi espone il suo programma come possibile futuro presidente dell'UDC. «Non tollererò querelle personali come quella fra Ambrosini e Del Don»

MONTEGGIO - Pochi giorni e l'UDC avrà un nuovo presidente: con Piero Marchesi abbiamo parlato delle questioni del momento in casa democentrista e del futuro.Partiamo dalla stretta attualità: Pinoja ha detto che avere dei rapporti conflittuali con la Lega è stato un errore, condivide?«Di principio condivido il fatto che prima si dovrebbe combattere chi la pensa in modo del tutto diverso da te e poi chi ha delle affinità. È stato fatto un errore che però non è unicamente del nostro partito, anche la Lega ha fatto la sua parte nel non andare d'accordo. Come UDC non siamo stati molti furbi. Per quanto riguarda AreaLiberale, hanno persone molto valide al loro interno e mi piacerebbe che un domani possano confluire nel nostro partito, con voce in capitolo sulle scelte. Forse il progetto della Destra è stato presentato troppo all'ultimo momento».Dunque quello dei rapporti con gli altri sarà un tema importante se sarà eletto presidente?«Fondamentalmente mi interessa più di tutto come impostare i rapporti con i ticinesi: dobbiamo pensare prima a noi stessi, dopo ai rapporti con gli altri. Dobbiamo profilarci sui nostri temi più cari, da quello del lavoro con "Prima i nostri" al risanamento delle finanze cantonali, con un maggior rigore nella spesa. Dobbiamo sostenere l'imprenditoria responsabile, in particolare i piccoli artigiani e le aziende famigliari, e affermare i valori svizzeri, per esempio l'insegnamento dell'inno nelle scuole. Mi sono dato tre mesi, mediante una commissione, per rivedere gli statuti rendendo il partito più snello e immediato. Poi vorrei coinvolgere la base con dei momenti di workshop. Infine vorrei trovare, mediante concorso pubblico, un addetto stampa». Quindi concorda col suo "avversario" Ambrosini nel dire che i rapporti fra base e vertice non sono ottimali?«Si possono migliorare, anche se lui non contribuisce più di tanto a farlo, dato che spesso e volentieri non ha rispettato quella che era la volontà all'interno del nostro partito, dato che si è trovato più volte uno contro cinquanta nel comitato cantonale senza mai accettare le decisioni. Le ha sempre contestate in modo anche virulento».Visto che si è nominato Ambrosini, cosa pensa della querelle con Del Don?«Sono questioni di lana caprina, che si potevano e si dovevano risolvere all'interno di un piccolo gruppo di persone. Andando sulla stampa non si è fatto il bene del partito. Posso già dire che come presidente non sarò disposto a tollerare situazioni di questo tipo». In una recente intervista, Ambrosini ha anche contestato la candidatura di Tuto Rossi. Che caratteristiche deve avere una persona per entrare nell'UDC?«Deve avere capacità di votare, dunque di intendere e di volere secondo la legge e di non avere pendenze penali e essere pulito davanti alla legge. Tuto Rossi ha pagato per i suoi errori e non può essere giudicato a vita. È stato sostenuto sia dal comitato cantonale che dal sottoscritto, perché lo ritengo una persona molto valida (tra l'altro ha redatto il testo dell'iniziativa popolare "Prima i nostri"). C'era una sola persona contraria, le lascio immaginare chi (Ambrosini, ndr), che ancora adesso non lo vuole. Finché ci sono queste discussioni, con una persona che si ritiene al di sopra della democrazia del partito, mi chiedo come andremo avanti. All'interno del nostro partito quello che viene deciso dal comitato cantonale è legge perché votato dalla maggioranza».La candidatura di Gobbi al Consiglio federale ha portato qualcosa di positivo alla vostra sezione? Ora proponete Marco Chiesa alla vicepresidenza... .«L'ha portato al Ticino. L'UDC ha mostrato di poter lavorare per il bene del Cantone proponendo persone ritenute valide. Lui aveva e ha le carte in regola per giocarsi un posto del genere. Ciò che mi fa piacere è che l'UDC nazionale, da sempre definito "Svizzera interna centrico", questa volta, anche su nostra richiesta, ha mostrato sensibilità scegliendo un candidato per regione linguistica. Speriamo che ciò apra la porta a candidature ticinesi, nel nostro e in altri partiti. Per contare qualcosa bisogna esserci e far vedere di lavorare, in passato come sezione ticinese non ci siamo molto contraddistinti nei confronti del partito nazionale. Vogliamo, mi auguro con la mia presidenza e con Chiesa, pedina fondamentale a Berna, riacquisire la fiducia reciproca per cercare di avere una voce preferenziale nei confronti dell'UDC nazionale».
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