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Politica
17.05.16 - 09:300
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Fonio, Agustoni e Pagani: «il Governo verifichi gli stipendi prima di rilasciare permessi»

Sulla scia del casellario giudiziale, i tre deputati pipidini chiedono che si rilascino permessi solo se gli stipendi sono conformi ai contratti collettivi, operando una prevenzione sul dumping. Fonio è fiducioso

BELLINZONA - Senza il casellario non sarebbe stato neppure ipotizzabile, ora i tre deputati PPD Giorgio Fonio, Maurizio Agustoni e Luca Pagani lanciano l'idea, sotto forma di iniziativa generica. Che sia il Governo ad operare un controllo sugli stipendi, rilasciando i permessi di lavoro solo ove essi siano conformi ai contratti collettivi, come illustra il Corriere del Ticino. Cosa c'entra il casellario giudiziale? La proposta dei tre pipidini violerebbe regolamenti e accordi, ma la misura introdotta un anno fa da Norman Gobbi e che rimarrà in vigore altri 12 mesi ha aperto la strada. In particolare, l'iniziativa andrebbe inserita, spiegano i tre, «nelle misure di accompagnamento all’Accordo sulla libera circolazione delle persone nei rami in cui non esiste un contratto collettivo di lavoro e in caso di offerte ripetute e abusive di salari inferiori a quelli usuali per il luogo, la professione o il ramo, possono essere emanati contratti normali di lavoro che stabiliscono salari minimi vincolanti validi per l’intero ramo e modificabili solamente a vantaggio del lavoratore». I casi di dumping salariale e offerte con stipendi da fame, poi accettati dai frontalieri, sono in aumento: nel testo viene citata, per esempio, l'offerta per un posto di informatico a 1200 euro mensili, a fronte di un CNL che prevede un minimo di 18 franchi l'ora. Giorgio Fonio parla di una situazione che diviene sempre più drammatica, in un clima di concorrenza fra residenti e frontalieri. «Per arginare il fenomeno del dumping salariale e a tutela del nostro mercato del lavoro chiediamo di verificare sistematicamente ogni nuova domanda di permesso di lavoro così come i rinnovi in modo da scongiurare sul nascere abusi nell’applicazione delle regole fissate all’interno dei Contratti nazionali di lavoro e dei contratti collettivi di lavoro decretati d’obbligatorietà generale». Serve insomma un'azione preventiva, e il deputato popolare democratico si dice fiducioso sul fatto che l'iniziativa possa trovare le porte aperte.
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