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Politica
21.09.16 - 10:000
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Siccardi shock, «i ticinesi preferiscono la disoccupazione»

L'imprenditore attacca i lavoratori indigeni. «Dimissionano o rifiutano un posto di lavoro per ragioni infondate, preferendo la disoccupazione. Ce lo dicono apertamente... E le leggi lo permettono»

BELLINZONA - Alberto Siccardi, patron di Medacta, ne ha per tutti. Nelle scorse settimane il socialista Fabrizio Sirica lo aveva attaccato in quanto membro del comitato di sostegno per l'iniziativa "Prima i nostri", sottolineando alcune sue affermazioni del passato. Ed ora l'imprenditore rincara la dose, facendo passare attraverso un articolo pubblicato sul Corriere del Ticino l'idea che i ticinesi preferiscano rimanere in disoccupazione. Il pezzo vuole essere una giustificazione del sostegno all'iniziativa dell'UDC, e Siccardi (e non è per favorire l'occupazione della popolazione indigena, come si vedrà...). «Se l’iniziativa dovesse passare darà ai ticinesi la possibilità di scoprire e risolvere veramente l’ «equivoco» di fondo del mondo del lavoro ticinese che ha molte facce. Ecco perché la sostengo, vorrei accelerare il processo di presa di coscienza e di soluzione della disoccupazione in Ticino. Vorrei che le autorità e la gente si trovassero al più presto di fronte ai veri aspetti di tale triste fenomeno, la gestione della disoccupazione e la formazione dei giovani». Si assumono frontalieri, prosegue, perché spesso non ci sono ticinesi qualificati, in particolare ingegneri e tecnici di alto livello. Il passaggio che più farà discutere, però, è il successivo. «Ma la cosa più grave è che molti svizzeri e residenti, specie i giovani, qualificati ma anche non qualificati, dimissionano o rifiutano un posto di lavoro per ragioni infondate e strumentali, preferendo la disoccupazione e ignorando gli sforzi che l’azienda fa per trovarli e trattenerli». Un esempio? «L’ultimo caso di qualche giorno fa è quello di una ragazza che, dopo sei anni di ottimo lavoro e senza alcuna difficoltà, dopo avere chiesto e ottenuto condizioni speciali di lavoro e grandi vantaggi a livello famigliare, improvvisamente ha dato le dimissioni, accusando l’azienda di non occuparsi della sua formazione. Mai una parola prima. Da notare che la stessa motivazione è stata usata in altri casi, come se ci fosse un consiglio esterno su come motivare le loro dimissioni. Si informano prima di dimissionare? Chi li addestra a rifiutare un posto di lavoro? Si pensi che noi offriamo gratuitamente semplici corsi di lingue fino a corsi di finanza e di Master Business Administration, su semplice richiesta, così come soggiorni all’estero estivi per specializzazioni. Altro che poca formazione». Insomma, «molti preferiscono la disoccupazione, ce lo dicono apertamente, senza un segno di imbarazzo. La legge glielo permette». Siccardi si augura che un sì a "Prima i nostri" metta l'accento su questi fenomeni.
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