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Politica
14.01.22 - 14:470

"Il DECS perde il pelo ma non il vizio. E persiste con la Scuola che verrà"

L'UDC al vetriolo contro Bertoli: "È ora che il potere di fare e disfare del DECS sia finalmente arginato"

BELLINZONA – "Come purtroppo temevamo, e sospettavamo, il Governo attraverso la mano del DECS non rispetta la volontà popolare. Nel Preventivo 2022 infatti chiedono un aumento di 390'000 franchi per attuare la sperimentazione di una parte del fu progetto della “Scuola che verrà”. Vedremo in sede di discussione del Preventivo 2022 in GC come andrà a finire". Inizia così il comunicato stampa dell'UDC a cui seguono un'interpellanza e un'iniziativa parlamentare elaborata.

"Il 23 settembre 2018, il Popolo ticinese con il 56.7% di voti disse chiaramente NO alla “Scuola che verrà”. L’UDC aveva lanciato il referendum popolare contro quel progetto. Ci sorprende leggere sul Corriere del Ticino e negli altri media che l’On. Bertoli non abbia ancora accettato la sconfitta popolare. Torna alla carica con la sperimentazione dell’abolizione dei livelli A e B nelle scuole medie prima di aver rielaborato, discusso e confrontato i risultati della consultazione promossa dal DECS e conclusasi lo scorso 23 dicembre. Soprassediamo sul fatto che, come di sua abitudine, i pareri contrari e qualificati del mondo scolastico verso la rotta del DECS non sono né valutati né considerati prima di intraprendere la sperimentazione".

E ancora: "È per noi grave che, a distanza di oltre tre anni, DECS e Governo siano ancora rimasti a prima del voto. Anzi peggio, come se la volontà popolare, e i numerosi interventi anche degli altri partiti post voto, non avessero espresso lo stop di quel progetto. Oltre a vari tentativi burocratici del Dipartimento di far rientrare dalla finestra ciò che il Popolo ha buttato fuori dalla porta, ora espressamente si chiedono soldi al GC nell’ambito del Preventivo 2022. In aggiunta a ciò, si viene ad apprendere che con o senza questi soldi il DECS ha già organizzato e lancerà la sperimentazione per abolire i livelli, comunque. Riteniamo che sia tempo ed ora che la politica (Governo, Parlamento e Commissione scolastica) torni ad essere i registi della riforma scolastica e che il potere del DECS di fare e disfare, e di non rispettare la volontà popolare sia finalmente arginato. Per questa ragione presentiamo una interpellanza con la quale si chiedono spiegazioni sul
procedere del DECS e del Governo".

"Parimenti proponiamo una Iniziativa elaborata parlamentare con la quale chiediamo di modificare l’articolo 13 della Legge scolastica così da restringere il campo di manovra autonoma del Dipartimento e ampliare quello dell’intervento e di controllo politico nelle modifiche che riguardano la scuola dell’obbligo. La scuola dell’obbligo, lo ricordiamo, è pubblica, cioè di tutti e non solo del DECS e di chi lo dirige. L’UDC, ma speriamo anche gli altri Partiti, nel rispetto della volontà popolare si attiverà per impedire la maggior spesa di Preventivo 2022 per attuare una misura della fu “Scuola che verrà”,
e continuerà a fare la guardia ai tentativi di attuare riforme che hanno già mostrato altrove gli insuccessi".

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