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Elezioni federali 2019
29.09.19 - 11:550

Ghiggia va all'attacco: "Notizie diffuse per ostacolare la mia corsa. E una per una: perchè?"

Il Candidato se la prende con i mass media: "Queste perle di informazioni non potevano essere dispensate in un'unica soluzione?". Ed anche con lo Stato: "È colabrodo, non garantisce la privacy. Toccate persone che non sono scese in politica"

LUGANO – Battista Ghiggia è nell’occhio del ciclone, e prende la parola sul Mattino, di nuovo, sul caso frontalieri. “Non sono il primo e non sarò l’ultimo candidato ad aver subito attacchi personali. In un certo senso fa parte del gioco, anche se i cittadini dovrebbero forse porsi qualche domanda sulla diffusione di determinate notizie (o presunte tali) proprio in occasione di importanti appuntamenti elettorali. In politica, così come nel mondo dei mass media, nulla accade per caso. Non è neppure necessario cercare regie occulte dietro quanto sta accadendo intorno alla mia persona, tanto chiari sono gli scopi che i soliti noti si prefiggono di raggiungere. E mi spiace se alcuni simpatizzanti siano rimasti perplessi o sconcertati leggendo notizie perfettamente pilotate per raggiungere il palese scopo di ostacolare la mia corsa al Consiglio degli Stati. Con loro mi scuso. Dal canto mio, mi sono sinceramente sforzato di spiegare il più chiaramente possibile perché, in ambito professionale, ho dovuto compiere scelte delle cui bontà sono ancora convinto”, inizia.

E parla di una problematica emersa, quella “di uno Stato colabrodo, che dovrebbe tutelare la tanto decantata privacy dei cittadini, ma che, invece, permette la diffusione di dati personali e confidenziali, che toccano la sfera privata non tanto del sottoscritto, quanto quella di alcuni suoi collaboratori. E che vengono sbattuti in prima pagina. Sono stati pubblicati particolari che persino io avevo completamente dimenticato, dal momento che risalgono a 14 - dicasi 14 - anni fa. Riguardano dettagli la cui documentazione non è neanche nel mio ufficio. Toccano persone che non sono scese nell’arena politica, ma ne sono state coinvolte loro malgrado. Ho l’impressione che questa faccenda spieghi come mai tanta gente non abbia più fiducia nello Stato, nelle sue istituzioni, nei suoi organi di controllo e si senta insicura, oltre che delusa, da chi dovrebbe tutelare la privacy, ma non ne è in grado”.

“A lasciare perplessi, inoltre, è il gioco in cui si sono cimentati alcuni mass media e portali.
Una domenica di metà settembre, un settimanale spara il primo colpo: la segretaria (in realtà la mia assistente personale). Il giorno dopo il colpo viene amplificato da altre testate. Si aspetta che i politici avversari prendano posizione, esprimano le loro opinioni, raccolgano consensi. Poi, come prescrive ogni ricetta degna di questo nome, si lasica riposare l’impasto così amorevolmente cucinato. A distanza di qualche giorno, si fa partire un secondo colpo: il presunto abuso edilizio. Una vera e propria bufala, ma l’importante è creare trambusto. Poi parte un terzo colpo: la doma delle pulizie. Si lascia riposare ancora l’impasto. E, infine, parte il quarto colpo: le altre segretarie, della serie “dalle origini ai giorni nostri”, prosegue, chiedendosi: “Qualcuno è realmente convinto che queste perle d’informazione non potessero essere dispensate in un’unica soluzione? Ci sono forse norme deontologiche che ne consigliano la diffusione in piccole dosi, onde evitare di turbare troppo l’opinione pubblica?”

E termina: “L’importante è essere consapevoli che, oggi, questo modus operandi è toccato a me. Domani, potrebbe toccare a qualcun altro”.

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