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31.03.17 - 11:510
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Ecco Savini, "ho scelto col cuore. Chiasso non sarà più una piazza di passaggio"

L'ex agente si definisce un presidente-manager, conferma Bignotti e Galante sino al termine della stagione e Scienza per la prossima. "So perché altre dirigenze italiane non hanno funzionato"

CHIASSO – “Forza presidente!”, dal fondo della sala, mentre tutti si stanno alzando, si leva l’incoraggiamento di un tifoso, che nonostante la conferenza fosse aperta solo alla stampa, si è intrufolato. Ulisse Savini sorride e risponde al saluto. Da pochi minuti, ha terminato di spiegare il suo progetto, di chiarire perché la sua avventura a Chiasso sarà diversa da quella di altri dirigenti italiani nel calcio ticinese.

Presidente, lei è un ex agente. Come mai a Chiasso?
“Un agente si gestisce e gestisce la sua vita come vuole, mentre essere presidente ti vincola. Voglio portare al Chiasso la mia conoscenza del calcio. Spesso, chi prende società lo fa come business o perché è tifoso, senza conoscere molto il mondo del pallone, io sarò un presidente-manager. Perché proprio a Chiasso? Nella mia vita, ho sempre seguito più il cuore che la logica, e nonostante avessimo altre possibilità, il progetto rossoblu è quello che mi ha affascinato di più. Ho dato ragione ancora al cuore, ed eccomi qui”.

Parla di progetto, ce lo spiega?
“Chiasso non deve essere più una società di passaggio, dove i giocatori arrivano semplicemente in prestito e vengono valorizzati per altre formazioni: e se qualcuno sarà in prestito, la società dovrà avere voce in capitolo sul suo futuro. Vogliamo creare una squadra frizzante, puntando sempre sui giovani, però facendo sì che questo sia un trampolino di lancio, che poi permettano di acquisire vendite e lustro per la società. Conflitti di interesse con la mia vecchia agenzia? Vi garantisco che non avrà una corsia preferenziale, se avrà i giocatori che ci interessano li prenderemo, se ce li metteranno a disposizione altre agenzie, nessun problema”.

In molti sono scettici di fronte ad un’altra dirigenza italiana, come risponde?
“Mi sono fatto un’idea del perché altre volte non ha funzionato. Per tanti italiani, il torneo di riferimento è quello italiano, e la loro mentalità era quella di acquistare una squadra ticinese dove far giocare chi non trovava spazio in Italia. Per noi non sarà così: non ho altre squadre, il Chiasso non sarà la seconda squadra di nessuno”.

Non è molto chiaro, al momento attuale, chi detiene la maggioranza del pacchetto azionario e che cosa accadrà…
“Ora gli azionisti di maggioranza sono ancora quelli precedenti (la ISP di Antonio Cogliandro). Con loro stiamo dialogando, senza nessun problema. Ovviamente non vengo per fare il presidente e basta, l’obiettivo è acquisire il 100% del pacchetto azionario, secondo le norme e col tempo”.

Si sarà naturalmente fatto un’idea della squadra, giusto? In caso, malaugurato, di retrocessione, cosa ne sarebbe del vostro progetto?
“Sono praticamente certo che ci salveremo, in ogni caso, a parte qualche ritocco, il progetto prescinde dalla categoria. Ho conosciuto la squadra oggi: ritengo che parte di questi giovani potranno far parte del progetto, anche se come ho spiegato è qualcosa di diverso rispetto a quanto accade oggi. Un gruppo è formato anche dalle personalità, dunque oltre che dal punto di vista tecnico i giocatori verranno valutati anche da quello morale. Scienza? Lo conosco da tempo, ha un contratto anche per il prossimo anno, dunque il problema non si pone. E per quanto concerne i dirigenti, conosco sia Bignotti che Galante, trovo sia saggio proseguire con loro sino a fine stagione e poi confrontarsi. Io ho una fortissima motivazione, e chi lavorerà con me dovrà averne altrettanta.  I costi? Vogliamo aumentare il valore tecnico con lo stesso budget (2,2 milioni quest’anno, 1,6 quelli previsti per la prossima stagione, ndr)”.

Nicola Bignotti ha reso attenti sul fatto che sarà difficile ricevere la licenza in prima istanza, a causa in particolare di problemi infrastrutturali del Riva IV, che deve adeguare le luci alle esigenze delle dirette televisive: spetterà al Consiglio comunale decidere se stanziare il credito necessario. La nuova presidenza non influisce, non essendoci per ora stati cambiamenti a livello azionario.

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