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12.06.19 - 16:000

Donne nel pallone. "Apprezzateci per il cuore e la grinta che mettiamo. A Cecchi Paone dico che..."

Francesca Zanzi, portiere ticinese del Milan, commenta il Mondiale femminile. "Noi giudicate per l'estetica? Purtroppo accade in diversi ambiti, bisogna sentirsi bene con sé stesse e essere forte per non prendere le critiche sul personale"

MILANO – È momò e difende la porta del Milan. Lei è Francesca Zanzi, calciatrice ticinese balzata agli onori della cronaca al momento del suo trasferimento presso la prestigiosa compagine rossonera, simbolo di un football, quello delle donne, ancora poco sotto i riflettori.

In questi giorni si stanno svolgendo i Mondiali femminili, in cui l’Italia sta facendo bene, catalizzando tanta attenzione. Non sempre “sportiva”, basti pensare alle dichiarazioni di Alessandro Cecchi Paone: “Ci sono molte più donne lesbiche nel calcio femminile che gay in quello maschile. Da anni aspettiamo il coming out di un calciatore, ma dopo i Mondiali femminili ci sarà un’esplosione di coming out di intere squadre femminili. Ovviamente non lo dico in senso negativo. Le ho sempre protette. Sono lesbiche perché c’è una componente maschile in alcune donne che trova sbocco in ambiti che una volta erano solo maschili”.

Abbiamo chiesto a Francesca Zanzi un parere su questo e su altri aspetti che stanno emergendo da questo Mondiale. 

Stai seguendo il mondiale femminile? Pensi che finalmente servirà a dare una spinta al calcio delle donne?

“Sì, sto seguendo il mondiale femminile, nell'Italia giocano tante mie compagne ed ex compagne e faccio il tifo per loro. Sicuramente il Mondiale è una buona vetrina, basti pensare alla prima partita dell'Italia che è stata seguita da quasi tre milioni di persone sul canale della Rai. In Italia si sta lavorando tanto e bene, soprattutto negli ultimi due anni son stati fatti tanti passi in avanti (partite su Sky, Juventus Fiorentina all'Allianz Stadium) e mi auguro che si continui su questa strada”.

Cecchi Paone ha detto che fra le calciatrici ci sono molte lesbiche ma non lo dicono. Secondo la tua esperienza, è cosi? Dichiarazioni simili ti danno fastidio?

“Io credo che le sue dichiarazioni lascino il tempo che trovano. Noi dobbiamo e vogliamo essere giudicate per quello che facciamo in campo e non per la nostra vita privata, che deve rimanere tale. Le sue dichiarazioni non mi danno fastidio, non si deve fare di tutta l'erba un fascio, ma soprattutto ognuno è libero di vivere la propria vita come vuole”.

C'è interesse per il mondiale, ma si sprecano i commenti "estetici". La trovi una sorta di discriminazione?

“Purtroppo questo accade spesso in qualsiasi ambito, si tende sempre a giudicare le persone. Ma come ho detto, nella domanda precedente, una ragazza deve sentirsi bene con se stessa e deve essere forte a non prendere sul personale queste critiche. Sotto il mondo dei riflettori sarai sempre giudicato, nel bene o nel male, sia a livello fisico che tecnico, ma bisogna appunto cercare di andare oltre”.

Quanto è stato difficile far accettare una vita da calciatrice professionista? In quanti ti hanno detto "È da uomini"?

“Sono stata fortunata, sono nata in una famiglia che è cresciuta a pane e calcio quindi mi sono sempre stati vicini. Così come anche i miei amici. Ogni tanto capita che qualcuno faccia la solita battuta, ma non mi interessa, nessuno sa i sacrifici che ci sono dietro!”

A livello economico, si sono fatti passi avanti? È possibile per voi vivere di solo calcio?

“A livello economico, con l'entrata di club maschili, si sono sicuramente fatti dei passi in avanti. Purtroppo c'è la legge n.91 del 1981 che stabilisce un tetto massimo di guadagno, in quanto siamo considerate dilettanti. Si, attualmente, in Italia, in alcuni club si può vivere solamente di calcio”.

Quali sono le caratteristiche principali del calcio femminile: tecnica, tattica, fisico?

“Dipende da Paese a Paese, per esempio io ho giocato in Svizzera ed il calcio era molto fisico, mentre in Italia si fa più attenzione alla tattica. Spesso viene paragonato al calcio maschile e ciò non deve essere fatto, in quanto noi donne abbiamo un fisico diverso rispetto a quello dell'uomo. Il calcio femminile deve essere apprezzato in base ai nostri limiti fisici e soprattutto al cuore e alla grinta che ci mettiamo in ogni partita. La maggior parte di noi è andata via di casa da piccola, facendosi mantenere dai genitori, pur di rincorrere un sogno. Perché dietro a ciò ci sono dei sacrifici che le persone non vedono. Sono sicura che in futuro ci saranno ulteriori opportunità per la crescita del calcio femminile, ma soprattutto per le nuove generazioni che inizieranno ad avvicinarsi a questo sport”.

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