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Tribuna Libera
12.10.15 - 14:550
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Pensiamo anche a Bellinzona e non solo a Berna

di Natalia Ferrara Micocci, granconsigliera e vicepresidente del Distretto PLRT del Mendrisiotto

Una manciata di giorni al responso delle urne ma la campagna elettorale per le Federali, già da alcune settimane, è senza esclusione di colpi. L’attenzione mediatica è in particolare focalizzata sui sondaggi e sulle sortite di alcuni candidati, e si corre il rischio di dimenticarsi che domenica 18 ottobre non sarà una data importante solo per la capitale federale ma anche per quella ticinese. Oltre 50'000 abitanti, 17 Comuni, l’opportunità di scegliere una nuova identità, senza dimenticare da dove si viene ma per andare insieme verso una soluzione regionale dei problemi, verso una progettualità concreta e coraggiosa. Il 18 ottobre sono in molti chiamati a votare sull’aggregazione del Bellinzonese e credo si tratti di un appuntamento importante per tutti, anche per chi abita al di là del Ceneri. Lo scorso 30 marzo a Giubiasco ho partecipato personalmente ad un dibattito su questa tema. I sindaci Andrea Bersani e Mario Branda hanno spiegato ai moltissimi presenti le intenzioni di una Bellinzona Nuova, più che Grande. Sara Demir, consigliera comunale della Città, ha espresso anche le preoccupazioni dei cittadini di alcuni quartieri e Comuni limitrofi, mentre Cristina Zanini Barzaghi ha bene esposto le criticità dell’importante processo aggregativo di Lugano, fornendo utili strumenti di discussione e di intervento. Da parte mia, oltre a considerare il ruolo del Cantone, ho portato l’esempio dell’aggregazione del Mendrisiotto, vissuta da vicino, e della mancata unione tra Stabio, il mio Comune, e Ligornetto. Le antiche rivalità e, soprattutto, le attuali significative differenze di moltiplicatore, hanno fatto naufragare quella che sembrava un’aggregazione naturale, spontanea e, soprattutto, voluta dai due Esecutivi. La volontà non basta, dunque, e neanche l’informazione puntuale e capillare. È per questo che sostengo, seppur da lontano, il progetto aggregativo del Bellinzonese, che, alla base, non ha promesse miracolose ma uno studio concreto e a misura d’uomo. Da un lato, alzando lo sguardo, vedo l’opportunità di una Nuova Bellinzona con nuove generazioni legate alla nuova Città, alla nuova realtà, e che sapranno creare anche una nuova identità. Vedo una regione dove si possa vivere bene, che non sia solo un dormitorio o, peggio ancora, il fantasma nel futuro di un lontano passato prospero (amministrazione pubblica, regie federali, ecc.). Dall’altro, anche per chi preferisce i piedi ben saldi a terra, vedo l’occasione di una Nuova Bellinzona finalmente più forte, pronta a dire la sua a livello cantonale, con una situazione finanziaria in via di miglioramento e consolidamento. In effetti, a ben guardare, il tema delle aggregazioni non riguarda solamente le cittadine e i cittadini di quella regione chiamati ad esprimersi col voto consultivo. Riguarda ognuno di noi. Il Ticino è talmente piccolo che, da un punto di vista del territorio, ogni decisione incide su tutti e, anche considerando solo l’aspetto economico finanziario, l’impatto generale non è affatto trascurabile. Va infatti ricordato che Bellinzona, e la quasi totalità dei Comuni limitrofi, sono beneficiari del contributo di livellamento, che, in poco tempo è passato da 10 a 15 milioni di franchi. Ossia, per dirla in altro modo, i Comuni più forti, ma che pure fanno fatica a far quadrare i conti, versano nell’ambito della perequazione complessivamente ben 15 milioni all’anno ai Comuni più deboli del Bellinzonese. L’aggregazione permetterebbe di invertire da subito questa tendenza, creando un nuovo Comune più efficiente e più solido. Bellinzona, da paese delle Officine, potrebbe diventare locomotiva cantonale. Con tempo, pazienza e lavoro, ma, difficilmente, senza aggregazione. Nella Città merlata mi reco ormai regolarmente per il lavoro nelle diverse Commissioni e per le sedute in Parlamento e sono solo spettatrice di un cambiamento che, anche grazie all’arrivo di AlpTransit, sarà epocale. Spero che chi si recherà alle urne il prossimo 18 ottobre non abbia paura di affrontare il futuro. I cambiamenti non possono essere frenati, ma accompagnati, quello sì. Buona fortuna dunque a quella che potrà essere una Nuova Bellinzona per sé, per il Ticino e anche con un importante ruolo a livello svizzero. Sarei fiera se la nostra Capitale fosse tra le prime 10 Città svizzere, nei fatti, per la sua qualità di vita, e non solo nei numeri.Natalia Ferrara Micocci, granconsigliera e vicepresidente del Distretto PLRT del Mendrisiotto
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