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Tribuna Libera
05.06.23 - 11:230

Niccolò Salvioni: “Segnali di emergenza sul Lago Maggiore, una prospettiva internazionale”

La distribuzione di dispositivi di avvertimento in modo uniforme, come quelli specificati nella convenzione italo-svizzera per la regolamentazione della navigazione sui laghi Verbano e di Lugano, potrebbe migliorare la sicurezza delle persone

di Niccolò Salvioni *

La sezione svizzera del Lago Maggiore è dotata di un semplice sistema di comunicazione di emergenza dal 1992. Si tratta di segnali luminosi arancioni intermittenti situati a Minusio-Mappo e sulle Isole di Brissago, gestiti dalla Polizia lacuale ticinese sulla base delle previsioni meteorologiche di MeteoSvizzera a Locarno-Monti. Quando queste luci lampeggiano, indicando un pericolo imminente, è raro che si trovino barche al largo. Tutti cercano immediatamente un riparo.

L’articolo 41 del Regolamento internazionale per la navigazione sui laghi Maggiore e di Lugano, che fa parte della Convenzione tra la Svizzera e l’Italia per la regolamentazione della navigazione sui laghi Maggiore e di Lugano, delinea i requisiti dei segnali di avviso di tempesta.

Esso afferma che i segnali devono essere i seguenti:

– segnale di prudenza (luce arancione intermittente con circa 40 accensioni al minuto) da emettere, il più presto possibile, in caso di pericolo dovuto all’avvicinarsi più o meno prossimo di venti di tempesta;

– segnale di tempesta (luce arancione intermittente con circa 90 accensioni al minuto) da emettere in caso di pericolo imminente di tempesta;

Questa misura di sicurezza deriva dall’articolo 40 dell’Ordinanza federale sulla navigazione interna (ONI) del 1978.

Nel 2021, il Consigliere nazionale svizzero Damien Cottin di Neuchâtel ha messo provocatoriamente in dubbio l’utilità dei segnali di allarme lacustri in un’interrogazione al Consiglio federale.

Tuttavia, il Consiglio federale svizzero ha deciso di non rimuovere gli avvisi di tempesta sulle acque svizzere, considerando la loro comprovata utilità nel prevenire situazioni di pericolo. Ha sottolineato che le persone che navigano sul lago sono concentrate sulle loro imbarcazioni, sul traffico del lago, sulle condizioni del vento e sull’ambiente circostante. I suoni del vento e dei motori rendono difficile notare gli allarmi dei telefoni cellulari o di altri dispositivi, mentre gli avvisi di vento forte e di tempesta sono immediatamente visibili a tutti gli utenti del lago e quindi rimangono indispensabili.

Per quanto ne so, nel tratto italiano del Lago Maggiore non esiste un sistema equivalente di luci di avvertimento. Ciò può essere dovuto all’assenza di misure di allarme simili nella legislazione italiana, regionale, provinciale o addirittura europea in materia di navigazione interna. Le ragioni per cui l’Italia non attua l’articolo 41 del regolamento di navigazione internazionale non sono di mia conoscenza e probabilmente riguardano le specificità delle leggi italiane sulla navigazione interna.

L’assenza o la differenza nella gestione della sicurezza sul lago non è facilmente comprensibile, soprattutto quando si tratta di questioni di sicurezza. È importante, sia per gli utenti professionali che per i turisti, così come per i diportisti, i pescatori e gli sportivi, che gli Stati offrano le migliori condizioni di sicurezza possibili all’interno di un quadro giuridico coordinato e armonizzato.

Sarebbe opportuno considerare la distribuzione di semplici dispositivi di avvertimento, come quelli specificati nella convenzione, in modo uniforme sul lago. Questo potrebbe potenzialmente migliorare la sicurezza della vita delle persone che usufruiscono del lago, soprattutto alla luce dei potenziali sviluppi futuri:


- la possibilità di un aumento della navigazione internazionale senza attracco o cabotaggio sul Lago Maggiore, a seguito della decisione del 2019 del Tribunale amministrativo federale svizzero nel caso Katjaboat SA. Questo potrebbe portare ad un aumento dei movimenti di navigazione internazionale senza soste regolari.


- la recente decisione del Ministero italiano delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) del 2 maggio u.s. che vorrebbe consentire il trasporto professionale non di linea di passeggeri (servizi Taxi e Noleggio Con Conducenti NCC) a livello internazionale sul Lago Maggiore, una volta chiarite le rispettive procedure e competenze per il rilascio della postilla prescritta ai sensi dell’articolo 14, paragrafo 3 della convenzione italo-svizzera.

Questo potrebbe portare ad un notevole aumento del trasporto internazionale di passeggeri, anche attraverso la creazione di nuovi pacchetti turistici da parte della quarantina di aziende italiane di trasporto non di linea (Taxi boat o NCC) autorizzate a livello locale e già attive. Si attende ancora la risposta del Dipartimento Federale dei Trasporti di Berna.

Il lago Maggiore richiede condizioni di sicurezza ottimali per gli utenti anche internazionali, tra cui professionisti, turisti, diportisti, pescatori e sportivi.

Tuttavia, anche il progetto Interreg STRADA 2.0 (“STRAtegie di ADAttamento”) del 2007/2013, che mirava a sviluppare una strategia di adattamento ai cambiamenti climatici per il lago Maggiore, in particolare a favore delle popolazioni rivierasche periodicamente soggette alle piaghe delle esondazioni o delle bombe d’acqua (o di grandine), non ha avuto seguito. Il progetto voleva affrontare problemi come le precipitazioni intense, oltre alle valanghe di piccole dimensioni e la gestione delle sorgenti di montagna.

Il progetto di connessione acquatica tra Locarno, Milano e Venezia nel passato è rimasto principalmente teorico, anche poiché la navigazione sui primi 50 chilometri del lago Maggiore è stata limitata dalla normativa e dalla prassi amministrativa internazionale in essere, ad eccezione dei diportisti proprietari di motoscafo.

Tuttavia, il possibile futuro aumento della permeabilità nautica turistica non di linea attraverso i confini internazionali potrebbe portare a un cambiamento significativo, vascolarizzando un comparto turistico internazionale lacuale fino ad oggi poco fruito, anche dalla concessionaria di linea Navilaghi, oltre alla Società di Navigazione di Lugano.

A quest’ultima il consorzio di Navigazione preclude qualsiasi possibilità di recarsi in Italia, sebbene ciò potrebbe essere d’interesse per gli operatori turistici dell’Alto lago, sia svizzeri sia italiani. Alla luce di quanto sopra, è necessario che la Svizzera e l’Italia, d’intesa con le regioni Lombardia e Piemonte e con il Cantone Ticino, migliorino i dispositivi di sicurezza e rivisitino il progetto InterregSTRADA a favore delle persone che vivono sul lago e delle comunità rivierasche.

 

* Avvocato

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