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Tribuna Libera
23.02.20 - 11:300

"Prima di digitare 'zalando.ch' o 'amazon.com', riflettiamo se non sia il caso di dare una mano a chi offre qualcosa che vada oltre un magazzino in terre lontane"

Simone Merlini parla a favore dei commerci locali: "Ma è evidente che uno sforzo debbano farlo anche loro, intercettando gusti e tendenze di oggi. Inoltre, i Comuni devono curare e riqualificare gli spazi pubblici"

di Simone Merlini*

Molte città stanno vivendo un periodo di trasformazione, basti pensare alla mobilità, all’edilizia, alla pianificazione o al turismo. C’è però un aspetto comune in molte realtà: la crisi dei commerci locali. Se sommiamo dinamiche come l’erosione del potere di acquisto dei consumatori, gli affitti spesso molto alti, il commercio online e (per quanto ci riguarda) la vicinanza all’Italia capiamo immediatamente che si tratta di un mix che pone sfide complicatissime ai negozi, soprattutto nei nuclei storici. Non dobbiamo mai dimenticare che si tratta di posti di lavoro, della vita dei nostri quartieri e anche di preziose entrate fiscali.

Cosa deve fare un Comune di fronte a queste dinamiche insidiose? Il primo aspetto – la vicina cittadina di Cannobio ce lo insegna – è la cura e la riqualifica degli spazi pubblici che condividiamo, così da catturare turisti e residenti. 

L’esempio di Piazza Grande è lampante nella sua inadeguatezza, mentre la vicina cittadina italiana è adeguata a qualsiasi foto ricordo (e pranzo). Il secondo aspetto, che concerne anche la politica cantonale, è un sistema di regole e di leggi che non siano una corsa ad ostacoli per chi ha un’attività.

Dagli orari di apertura, ai requisiti edilizi e alle mille disposizioni che toccano soprattutto i ristoranti non possiamo continuare a complicare inutilmente la vita. In questi settori (ma anche in molti altri!) un blocco deciso di qualsiasi nuova norma è sacrosanto e qualsiasi semplificazione è un passo avanti. Infine, la guerra santa ai posteggi deve fermarsi: non si tratta solo di pigrizia degli automobilisti, ma della necessità pratica di molti cittadini; altrimenti, continueranno a vincere i centri commerciali anonimi delle periferie.

 E noi, come cittadini? Anche noi giochiamo un ruolo fondamentale. La famosa “responsabilità individuale” è quella che ci accompagna – o che ci dovrebbe accompagnare – giorno dopo giorno. E allora prima di digitare “zalando.ch” o “amazon.com” riflettiamo se non sia il caso di dare una mano a chi offre qualcosa che vada oltre un magazzino sconosciuto in terre lontane (generando traffico aereo e milioni di pacchi postali sulle strade). 

Capisco benissimo che talvolta le difficoltà di fine mese impongono determinate scelte, ma se guardiamo bene, molti di noi potrebbero favorire l’economia locale che spesso non è più cara di scelte a prima vista più economiche; anche perché l’insieme di molte piccole scelte individuali, sull’arco di pochi anni, determinano pericolose dinamiche generali. Dopodiché è evidente che uno sforzo di rinnovo devono farlo anche i commerci, intercettando i gusti e le tendenze di oggi. 

Lo stesso discorso vale anche per la ristorazione, che troppo spesso si accontenta di replicare una gastronomia che sta in piedi solo grazie a turisti distratti che cadono nel ristorante.

Occorre l’impegno e la responsabilità di tutti perché – come ci insegnano da piccoli – non si può avere sempre il panino e il soldino. Vale in politica, nel proprio lavoro come nella vita di tutti i giorni.

*Consigliere comunale PLR di Locarno

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