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06.08.15 - 20:120
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17
«Senza libertà artistica il declino», Solari loda le donne
Nei discorsi ufficiali di apertura, Solari e Chatrian difendono la libertà artistica, «senza di essa, saremmo destinati a un rapido declino»
LOCARNO - La frase che ha fatto probabilmente più piacere al gentil sesso, l’ha pronunciata dal palco il presidente del festival Marco Solari, rivolto a una gremita e palpitante Piazza Grande. «Quella del festival di Locarno è una squadra giovane, dove non esistono gerarchie. Ci sono molte donne, e esse, si sa, se ci si mettono hanno una marcia in più!»
Per i discorsi e i ringraziamenti più articolati c’era stato tempo qualche ora prima al chiostro della Magistrale, affollato da personalità istituzionali, politiche, stampa e addetti ai lavori. Il primo a prendere la parola è stato un emozionato Alain Scherrer, sindaco di Locarno, che con una metafora ha paragonato il cinema ad un «viaggio dentro noi stessi, lo spettacolo della nostra vita. In un’epoca di individualismo e consumismo, poche cose come un film sono in grado di farci abbracciare. Locarno deve molto al Festival, per il prestigio che dà alla città e per la vita culturale che vi porta. La manifestazione, e fra un paio d’anno il Palacinema, sono imprescindibili per la specializzazione e l’identità di un territorio che si intreccia con il cinema».
Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato, ha ricordato il credito concesso dal Gran Consiglio all’evento locarnese. «L’autorità cantonale ha scelto di dare fiducia al Festival per far sì che il pubblico mondiale ne possa godere, e il Ticino ha risposto presente anche per la Casa del cinema. D’altra parte, la mano pubblica desidera trasparenza, e in questi anni l’ha sempre ottenuta. Dietro al festival ci sono le persone: rimanete voi stessi, ticinesi e fieri di esserlo!».
Il Consigliere federale Alain Berset ha scelto di introdurre il suo intervento con l’immagine del leopardo, simbolo del Pardo. «È una specie protetta, e la mano della Confederazione è presente per aiutarlo. Il cinema è l’unica arte che racchiude tutte le altre e tutte le culture. Quello di Locarno è un festival unico, una delle più grandi manifestazioni svizzere, mescola genti, immagini e sogni». E ha aggiunto, in italiano, «il Ticino è fuori dal coro ma per questo fondamentale per formare la cultura svizzera. Qui il federalismo si respira come da nessun’altra parte».
Marco Solari, in risposta ad alcune voci polemiche, ha insistito sulla libertà artistica. «C’è chi vorrebbe una commissione etica, addirittura per la censura, chi vuole un film che non c’è, ma siamo conosciuti per la libertà e l’autonomia. Senza di esse, il Festival di Locarno conoscerebbe un rapido declino e diverrebbe un open air come tanti altri. Ben venga la polemica, segno di un grande affetto del territorio, mai l’indifferenza». Doveroso, da parte del presidente Solari, anche un ringraziamento all'ex sindaca Carla Speziali.
Il direttore artistico Carlo Chatrian si è augurato che il programma si riveli «sorprendente e capace di emozionarvi. Avverto l’ansia e la sorpresa di un bambino che svela il giardino agli amichetti nell’attendere le reazioni ai film scelti. Difendo le mie scelte, perché cerco di offrirvi il meglio, e il Ticino è al centro dei miei pensieri».
Fra un aperitivo e la voglia di vedere i film, il Festival può davvero cominciare.
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