LUGANO - Fra una settimana, sapremo chi rappresenterà il Ticino al Consiglio degli Stati, e sarà anche un'indicazione importante in merito a come si vorrà profilare il nostro Cantone, dato che si sfidano quattro candidati di tre blocchi (destra, centro, sinistra).
L'ex pipidino Armando Boneff ha fatto delle considerazioni che chiamano in causa la Lega, che non ha il suo candidato Battista Ghiggia in corsa ma sostiene il democentrista Marco Chiesa: "A parer mio l'esito delle prossime elezioni federali, a medio-corto termine potrebbe preludere ad importanti cambiamenti nella futura politica cantonale del Ticino. Se fosse eletto Chiesa è probabile che l'UDC Ticino diverrebbe la nuova locomotiva della Destra locale, attirando a sé anche i "dignitari" di fede leghista. La Lega, anche se riuscisse a tenere numericamente, si troverebbe indebolita dalla partenza delle sue forze più qualificate e sarebbe costretta ad occupare i posti chiave del Paese di sua spettanza con altri magazzinieri della Coop..." (il riferimento sarcastico qui è a Massimiliano Robbiani che è gerente proprio della Coop, ndr)
Il suo parere è che "nell'interesse dei Ticinesi, ma proprio di tutti, lo status quo rappresenta la soluzione migliore (1 PLR + 1 PPD), permettendo eventuali cambiamenti più graduali senza destabilizzare ulteriormente il Paese già messo sotto pressione dall'esterno".