COMANO – Falò, dopo una puntata che fece tanto discutere e sollevò nuovi interrogativi, avrebbe dovuto mandare in onda un nuovo esplosivo servizio su Argo 1, ma sarebbe stato stoppato per motivi politici. È quanto aveva sostenuto il Mattino della Domenica, parlando di pressioni con fine partitico: oggi la trasmissione smentisce, affermando di non aver mai pensato di tornare sul tema in mancanza di nuovo materiale rilevante e ribadendo la propria indipendenza.
Per il settimanale leghista, a dire no ad un nuovo servizio sarebbe stato il presidente della CORSI Luigi Pedrazzini. Perché? “Il periodo elettorale ci porta però a pensare che qualcuno abbia voluto evitare al PPD, in particolare al suo presidente e al suo consigliere di Stato coinvolti nella vicenda, l’ennesima figuraccia. E allora chi, se non il presidente pipidino della CORSI Luigi “Gigio” Pedrazzini, avrà calato dall’alto la censura nel disperato tentativo di salvare il salvabile del suo partito ormai alla deriva? Come diceva un noto politico, a pensar male si fa peccato ma di solito ci si azzecca”, era stata la tesi leghista. “Ci piacerebbe sentire il parere di Aldo Sofia in merito e sapere che cosa si farà con il materiale già registrato e pagato dai contribuenti con il canone più alto d’Europa”.
Sono passate alcune ore, e Falò ha replicato.” In tanti anni di giornalismo non ci era mai capitato di leggere, in così poche righe, così tante bufale. Anzitutto, da 15 anni Falò va in onda tutto l’anno, non va in vacanza e non ha dunque bisogno di preparare inizi di stagione roboanti, visto che la sua programmazione si ferma soltanto a Natale”, inizia la nota.
“Ma ciò che ci importa qui smentire in modo categorico è altro: dopo la puntata del 28 settembre 2017, in mancanza di fatti nuovi e rilevanti, Falò non ha mai ritenuto di tornare sul tema Argo 1. Infine, l’aspetto più importante, poiché tocca la credibilità, l’autorevolezza e l’indipendenza della nostra testata e del Servizio pubblico: mai, nel corso delle oltre 900 puntate diffuse, vi è stata pressione o una qualsiasi forma di ingerenza da parte del presidente della CORSI Luigi Pedrazzini, degli organi della CORSI o della Direzione RSI sui produttori di Falò. Un comportamento, questo, che vale per Falò come per tutte le trasmissioni della RSI”, si legge.