COMANO – Un’altra mazzata per la SSR ed anche per la RSI. La tv nazionale dovrà risparmiare una cinquantina di milioni, di cui 8 in Ticino. E inevitabilmente ci si chiede se questo nuovo calo di introiti pubblicitari costerà posti di lavoro.
Nel 2019 le entrate pubblicitarie sono scese di 30 milioni, potrebbero diminuire di altri 20 nel 2020. Quindi, si deve tagliare.
Cosa succederà a Comano? Bisognerà intervenire per poter garantire finanze sane in futuro, non ci sono dubbi. “Riceviamo più di quanto versiamo, come Svizzera italiana”, ricorda il direttore della RSI, interpellato al Quotidiano, “dunque c’è solidarietà nei benefici ma anche nei sacrifici”.
I milioni da risparmiare sono tanti, la RSI impiega il 60% del suo budget nel personale, per cui è possibile che ci siano dei tagli. “È impensabile non intervenire anche lì”, ammette Canetta. “Lavoreremo sul cosiddetto avvicendamento naturale ma sono possibili, in situazioni puntuali, dei licenziamenti. Ma è un andamento globale, pensiamo alle banche, per quando concerne i media alla chiusura di Publicitas, alla crisi all’ATS, alla chiusura del Giornale del Popolo, ai problemi del Corriere del Ticino, è impensabile che SSR e RSI vengano risparmiate”.
E l’offerta? “Di fronte a una situazione finanziaria di questa natura dovremo intervenire anche lì, si dovranno riconsiderare alcuni programmi, magari ridurre la griglia estiva, contenendo i costi e andando verso la digitalizzazione”.
Le misure nel dettaglio verranno esposte, ovviamente, prima ai dipendenti, che Canetta incontrerà venerdì.