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29.03.16 - 14:000
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43
Gli occhi del calcio su Bellinzona. «Torneo di ottimo livello, bravo Team Ticino»
Il tecnico del Team Ticino analizza la competizione. «Interessante la compagine africana, il Krasnodar non è una sorpresa. Il Torino ha preso forse il torneo sotto gamba»
BELLINZONA - Come ogni anno, Pasqua è stata caratterizzata dai giovani calciatori. Il torneo pasquale U18 di Bellinzona, da anni, richiama squadre, promesse, procuratori, allenatori e ragazzi vogliosi di mostrarsi, tutti alla ricerca dei talenti di domani. Per chi si confronta, un'occasione per affrontare tipi di calcio diversi. Con l'allenatore del Team Ticino, onorevole terzo, Alessandro Mangiarratti, abbiamo fatto una panoramica sull'intera competizione.
Come le è sembrato il livello generale del torneo?«Secondo me molto alto, se pensiamo che il Midjyalland è arrivato ultimo pur essendo un'ottima squadra. Anche il Sion e la compagine africana hanno disputato un buon torneo. La finale è stata qualcosa di incredibile per il livello e la qualità messa in campo da Palmeiras e Krasnodar».
Il Team Ticino ha fatto bene, per contro un po' meno positivo il calcio svizzero con l'altra rappresentante, il Sion. Concorda?«Noi facciamo il massimo con quello che abbiamo a disposizione. Per due dettagli non siamo riusciti ad andare in finale, ma stiamo facendo un buon lavoro. I ragazzi migliorano, in questo torneo hanno la possibilità di confrontarsi con squadre che di principio dovrebbero essere più forti, direi che siamo sulla strada giusta. Ci collochiamo nel gruppo di squadre che non sono male ma devono sempre lottare per il posto al sole a livello svizzero, come lo stesso Sion, il Neuchâtel, il Winterthur, il Team Argovia, e le potenze del nostro calcio sono altre (Basilea, Zurigo, Grasshopper). L'abbiamo affrontato, conoscendolo, al massimo. Siamo la squadra di casa e si sente, gli organizzatori ci vorrebbero in finale per avere più pubblico. Ci teniamo, i ragazzi aspettano questo appuntamento da Natale. Nomi? Essendo il loro allenatore, per me sono tutti bravi (ride, ndr)».
Il Krasnodar è stata una sorpresa? Vedendo lo Slavia fare meno bene del previsto, si può dire che il calcio dell'est appartiene ai russi che hanno risorse economiche importanti?«Una società con dieci milioni di budget per il settore giovanile non può esserlo. Gli addetti ai lavori sapevano che hanno i mezzi per avere un'ottima squadra, con un'accademia di gran livello, poi ovviamente il torneo è sempre speciale, ma non sono una sorpresa. Se il calcio dell'est è sempre più russo non glielo so dire, certo la Russia vive di questi progetti ove ci sono soldi e arrivano giocatori importanti, il problema è quello. Lo Slavia, comunque, a parte la semifinale e la finalina, dove sono arrivati provati per problemi organizzativi, hanno fatto un buon calcio, sia contro di noi che col Sion ed anche con il Dakkar/Darou Salam».
Il Torino ha deluso: è lo specchio di un calcio italiano che fatica a trova giovani indigeni di qualità, anche per la nazionale?«Questa squadra è seconda nel suo campionato. Ripeto, il torneo esula da quello che è il tuo campionato, e se impatti male rischi di non girarlo più. A mio avviso, il Torino ha pagato la scottatura di venire a giocare una competizione in Svizzera, sono arrivati forse un po' "con la puzza sotto il naso", pensando che essere il Toro ed essere secondi bastasse a farli qualificare. Molte squadre non percepiscono esattamente cos'è il torneo di Pasqua e chiedono di tornare l'anno dopo. Sta ai dirigenti e agli allenatori far sì che non si affronti sotto gamba».
La vittoria del Palmeiras era scontata?«Assolutamente no, si sapeva che erano forti, ma la finale era molto aperta ed hanno vinto ai rigori. Quelli legati alla nazionale sono altri discorsi. Vivo il calcio brasiliano da spettatore, e credo dipenda tutto dalle politiche della federazione e da quanto peso politico hanno i manager sulle scelte della nazionale. La differenza è che con la selezione nazionale non formi una squadra ma devi scegliere i giocatori e non sempre si trova la miscela giusta, oltre al talento servono carattere e personalità».
Incuriosisce sempre il calcio africano. Quest'anno c'era il Dakkar/Darou Salam, cos'ha portato?«Trovo che abbiano proposto qualcosa di molto interessante. Non sono ancora al top dal punto di vista dell'organizzazione del gioco, ma hanno delle individualità molto forti. La fase difensiva non è al top però ho visto belle cose a livello offensivo e molta fisicità, che è la loro caratteristica».
Come diceva prima, il torneo è aperto e lo dimostra l'ultimo posto dei campioni in carica del Midjyalland. Come lo spieghiamo?«Conoscevano il torneo e venivano per vincerlo, con un'ottima squadra. Sono i piccoli dettagli a decidere, come ho detto, chi accede alle semifinali».
Nella foto, tratta dal sito ufficiale del torneo: il Palmeiras festeggia la vittoria