Sport
07.04.16 - 15:170
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43
«Questa sera gara chiave. Punto su Klasen, Shedden più importante di Leuenberger»
Il giornalista Angelo Chiello analizza per noi la finale play off. «Il Lugano deve stare attento ai cambi di ritmo del Berna. Se stasera Brunner fa il partitono, sposta gli equilibri»
LUGANO - Una vittoria per parte, e questa sera si torna in pista per una gara che potrebbe essere fondamentale. Ne è convinto Angelo Chiello, giornalista di Teleclub che ha spesso commentato le sfide dei bianconeri.
Gara 3 sfida chiave per capire come andrà la serie?«Assolutamente sì. Il Lugano ha mancato in gara 2 la possibilità di interrompere la serie positiva del Berna in casa, ora il Berna ha un po' più di morale e se vincesse anche questa sera la serie per il Lugano prenderebbe una brutta piega, anche se nulla sarebbe detto. In caso di vittoria, invece, i bianconeri guadagnerebbero l'autostima e la fiducia necessarie per portare a casa il titolo».
Come spieghiamo la differenza di prestazione e di impostazione fra le due partite da parte del Lugano (pur tenendo conto dell'avversario)?«Ogni gara ha la sua storia, soprattutto in una fase finale come questa. Sono due squadre che si sono ritrovate con un'identità e un'autostima diversa rispetto alla regolar season, possiamo quasi parlare di quattro facce. Se gara 1 è stata più emozionale, in gara 2 il Lugano ha impostato la partita stando più attento come voleva Shedden e ne è uscita una sfida molto equilibrata nel risultato in cui però il Berna ha mostrato la sua vera forza, e stasera credo sarà una partita ancora diversa, perché il Lugano ora dovrebbe aver preso le misure dell'avversario e non dovrebbe subire più così tanto il suo gioco. Il Berna cambia ritmo molto facilmente, sembra innocuo fino a un certo punto ma regge molto bene, subendo pochi tiri poi appena spinge sull'acceleratore fa male perché ha molta qualità. Il Lugano non deve farsi sorprendere da questi cambi di ritmo».
Parlavi di quattro facce, due per parte, che cosa intendi?«Penso che il Berna qualificandosi sia entrato in una condizione mentale di "non abbiamo nulla da perdere, abbiamo tutto da guadagnare e possiamo fare qualcosa di storico", e nonostante i problemi in spogliatoio e le notizie sulla guida tecnica penso che il gruppo si sia compattato ed anche gli stranieri hanno trovato la continuità per fare la differenza. Il Lugano battendo così lo Zugo è arrivato ad una sfida tostissima contro il Ginevra facendo vedere che ha anche i muscoli. La consapevolezza nei propri mezzi è arrivata man mano, perché ci sono dei momenti di sofferenza nello spogliatoi, dopo certi risultati, come l'ultimo posto, l'addio di Fischer, l'adattamento a Shedden, che comunque lo compattano e Shedden è stato bravissimo a semplificare le cose e a dare un messaggio ancora più chiaro e semplice rispetto a quello di Fischer e ad essere più onesto con i giocatori (non che Fischer non lo sia stato), toccando il nervo giusto con ogni singolo».
Il Berna è una sorpresa? O meglio, come mai si è qualificato a fatica per i playoff per poi avere questo exploit?«Non è una sorpresa, non si capisce semmai perché prima abbia faticato. Ha avuto tanti infortuni, la situazione legata al portiere ha inciso molto. La partenza di una bandiera come Büher in un club così importante destabilizza, poi hanno preso Manzato e infine hanno trovato Stepanek che in qualche modo fa la sua prestazione grazie alla fase difensiva. Poi ha trovato giocatori in forma, Blum ha recuperato e ha fatto migliorare il power play, ha elementi che si alternano e fanno la partita come Moser e Rüfenacht. Penso a Untersander, è l'emblema: non scommettevi nulla su di lui, difensore discreto che ora fa la differenza, molti punti ed è anche nello special team in powerplay. Nella prima parte in spogliatoio c'era confusione, con Leuenberger si sono fortificati, hanno trovato chiarezza e hanno fatto questi risultati. Allenatori basilari? Direi più Shedden, nel Berna il cambio ha fatto sì che tutti remassero nella stessa direzione».
Chi possono essere gli uomini decisivi, da una parte e dall'altra?«Per il Berna oggi dire Stepanek oppure uno straniero come Roy, perché Connacher fa sempre la sua partita e Ebbet non sta giocando bene come in semifinale. Punto comunque sul portiere, per il Lugano, dato che Petterssonn non al 100%, penso Klasen o Brunner. Se quest'ultimo fa il partitone rischia di spostare gli equilibri, nella serie invece direi Klasen, è un trascinatore e senza di lui il Lugano fatica, visto che Pettersson per il suo problema alla mano non è in grande spolvero».
Che importanze avrebbe un eventuale titolo del Lugano per tutto lo sport ticinese?«Un'importanza enorme perché negli altri sport fatichiamo, abbiamo una situazione arida. L'hockey ticinese soffre da tempo, sarebbe un bel segnale per tutti. Con un po' di progettualità, entusiasmo e un po' di fortuna possiamo continuare la tradizione, dove il Ticino ha sempre avuto una storia importante, non solo nell'hockey».