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30.06.16 - 19:220
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43
Scienza per il Chiasso. «Chi è uomo con me non avrà problemi. Prediligo il 4-3-3»
Il nuovo allenatore è stato presentato oggi. «Dovremo diventare in fretta gruppo». E Cavalleri ribadisce «se avessi voluto fare come gli altri non sarei venuto a Chiasso...»
CHIASSO - Ad allenare il nuovo Chiasso targato Cavalleri sarà Giuseppe Scienza. Oggi si è presentato, con a fianco il Direttore generale, alla stampa. La prima domanda che gli è stata posta, come ad ogni allenatore italiano, è stata sulla sua conoscenza del calcio locale.
«Non posso ovviamente dire di conoscerlo bene come quello italiano, ma sono convinto che, al di là delle abitudini di ogni zona, il calcio è calcio. Quello che più mi interessa al momento è entrare nella testa dei miei giocatori, per quanto concerne le avversarie le sto già studiando».
Che tipo di rapporti ama stabilire coi propri calciatori?«Conta molto l'empatia, per me. Credo in un rapporto di responsabilità e fiducia. Per alcuni è un punto debole, per me invece è il contrario, quando essa c'era ho ottenuto i risultati migliori. Sono una persona corretta che motiva le proprie scelte, e con me chi è uomo non avrà problemi. So che dovrò lavorare con dei giovani, da cui non si può pretendere tutto e subito: possono dare tanto ma magari non immediatamente».
Tatticismo esasperato italiano o fisicità svizzera, qual è la via da seguire?«Un giusto mix fra i due. Non posso ignorare le abitudini della realtà calcistica in cui opero, ma nemmeno dimenticare la scuola calcistica da cui provengo. Devo dire che il calcio italiano è diventato un po' noioso, e troppo tattico, con cambi di modulo anche due o tre volte per partita. Ho avvertito i ragazzi, io non sono così. Preferisco dare un'impronta alla mia squadra, e far sì che essa dia tutto a livello di abnegazione».
A proposito di moduli, ne ha uno prediletto?«Sì, il 4-3-3, che è ben diverso da quello esasperato di Zeman. Partiremo così, mi sembra che le caratteristiche dei giocatori ben si sposino, poi se sarà il caso cambierò: non voglio certo fossilizzarmi su un'idea che non va bene solo per convinzione. La difesa a quattro è comunque un mio caposaldo perché lavoro molto sugli esterni. Capitan Regazzoni, che vedo motivato e contento di aiutarmi, è adatto a questa impostazione. Oltretutto, amo il gioco offensivo, pur con un occhio all'equilibrio difensivo. E non disdegno di vincere 1-0...»
Il Chiasso è in costruzione, è un problema per lei non sapere esattamente chi avrà a disposizione?«Molti ragazzi sono in scadenza oggi, capisco che non sia piacevole. Ho detto loro che potevano non allenarsi, sono arrivati tutti... La società sa chi vorrei di loro, sono tranquillo. Una situazione come questa mi è già successa sia a Brescia che a Savona, ci siamo sviluppati durante il ritiro. Non ho la bacchetta magica, però conosco Cavalleri e sono sereno, il campionato certamente arriverà in fretta e dovremo diventare il prima possibile squadra e gruppo».
Cosa l'ha convinta a scegliere Chiasso?«Non nego che avevo qualche offerta dall'Italia, ma mi attirava l'idea di un'esperienza all'estero. Voglio vivere la realtà fino in fondo, per cui vivrò qui. Credo possa farmi crescere come tecnico e come persona. Gli obiettivi sono la permanenza e valorizzare i giovani».
Il Direttore generale Cavalleri ha spiegato di aver parlato con tutti i calciatori in scadenza e che presto verranno annunciati alcuni rinnovi. «I nomi? Si sapranno presto. Altre squadre hanno già annunciato dei rinnovi? Io non voglio fare come gli altri, altrimenti non sarei venuto qui. Dire che l'importante è salvarsi potrebbe far perdere di vista tutto il resto e spingerci a guardare solo indietro. Non amo comprare calciatori all'apice della carriera, è troppo facile. Io cerco ragazzi che stanno iniziando la parabola ascendente, che non sono sulle prime pagine dei giornali ma che lo saranno magari fra qualche tempo. E metto a disposizione una guida tecnica che difficilmente avrebbero potuto avere alla loro età. Chiasso è la piazza ideale per questo mio progetto».