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06.09.16 - 16:450
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

I "miracoli" di Zanatta. «A D'Agostini ho parlato della sua parte italiana. Tifoseria eccezionale»

L'Ambrì si prepara a una stagione in cui punta ai playoff... e oltre. «Nessuna squadra parte non per vincere. Invidio chi si è preparato con la Champions League, ma il budget non è tutto».

AMBRÌ - Sulla pista degli Zurigo Lions, parte domani il campionato dell'Ambrì. L'obiettivo? Come sempre, raggiungere i playoff, mancati negli ultimi anni, e poi... La società leventinese, ripartendo da Kossmann, ha effettuato acquisti di rilievo. Abbiamo parlato della stagione al via con il direttore sportivo Ivano Zanatta.Come sono le sensazioni alla vigilia del campionato?«La preparazione è stata fatta bene. Gli allenatori hanno voluto fare un certo numero di amichevoli pre campionato, la situazione è tranquilla. Sappiamo di partire contro una squadra che ha giocato in Champions League, e non ci possiamo far niente. Piacerebbe a me poter avere una preparazione con quattro sfide di Champions alle spalle, nelle amichevoli spesso è difficile motivare i giocatori mentre in quel caso non serve farlo, le partite parlano da sé e chi partecipa deve giocare un buon hockey già ad agosto. Invece per le amichevoli è sempre stato così, ogni anno e per tutte le squadre».I tifosi dicono che Zanatta, coi mezzi limitati dell'Ambrì, ha fatto un miracolo...«(ride, ndr). Di me non parlo, faccio quello che posso, qualsiasi cosa per dare un valore aggiunto alla squadra per farla più competitiva possibile e aiutare la società. Ora siamo dovuti correre ai ripari dopo l'infortunio di Hall, la società sta facendo la sua parte con i giusti sforzi, adesso lasciamo giocare la squadra. Quando ci sono dei limiti in un reparto si deve compensare, sempre tenendo conto della dimensione finanziaria che non è una sorpresa. Ai candidati per venire qui bisognava far capire la parte sportiva del progetto, ma anche quelle legate alla zona, alla tifoserie e al nuovo stadio: abbiamo un obiettivo sportivo e societario. Ho giocato tutte le mie carte per far venire i giocatori...»Appunto, se si può dire, che argomenti ha usato per convincere D'Agostini e Peltonen?«Ho legato la storia di D'Agostini alla mia, quando sono venuto dal Canada, dicendogli "qui sentirai la tua parte italiana, non so spiegarti questa strana sensazione ma sarà come aver sempre fatto parte di questa terra e di questa gente". E lui in effetti ogni giorno scopre qualcosa di nuovo, e questa parte sta uscendo. Conoscevo già bene Pesonen, nel passato ho fatto una certa esperienza con i finlandesi, con cui ho un certo feeling. E ci ha aiutato molto Mäenpää a portarlo verso di noi».Vi mancheranno i ticinesi, partiti Pestoni e Grassi?«Sì, purtroppo non abbiamo voluto noi che fosse così, sono cose che succedono. Vediamo cosa ci porterà il futuro. Giovani ticinesi? Se emergeranno sarà meritocrazia».C'è un po' la sensazione che, se non ce la fate quest'anno con questi giocatori, poi sarà dura. Concorda?«Un ultimatum non si dà mai, non è mai finita e non è mai l'ultima chance. Eravamo fiduciosi anche l'anno scorso, abbiamo fallito l'obiettivo per un punto ma non è comunque tutto da buttare, abbiamo costruito su certi aspetti, soprattutto sulla mentalità e sul giocare tutte le partite con la possibilità di farcela».Non puntate solo ad arrivare ai playoff, giusto? «Vorrei capire quale squadra comincia un campionato senza pensare di vincerlo. Esatto, nessuna, e non vedo perché dovremmo essere un'eccezione noi. Lo sport è bello perché non è la parte economica a decidere per forza, ogni tanto salta fuori la sorpresa, basti vedere l'Islanda nel calcio. Ci sono delle eccezioni alla regola, si parte da zero ed esse vanno costruite nell'arco dell'anno con le vittorie e soprattutto nelle sconfitte, dove bisogna stare uniti e lottare».La tifoseria si aspetta molto, è un peso per voi?«Immagino che la tifoseria abbia voglia di vedere una squadra che abbia successo, mi sembra normale. La tifoseria biancoblu è a dir poco eccezionale, supporta la squadra in tutti i momenti e in tutte le maniere. Le aspettative sono quelle giuste, di far bene, e do per scontato che loro ci daranno il massimo supporto, questo è importante».Affronterete quasi subito il Lugano, reduce dalla Champions. Un vantaggio o era meglio incontrarli dopo?«Come detto, le sfide di Champions hanno tutto un altro valore, non va simulata l'importanza in un'amichevole, ma si deve solo far l'ingaggio e giocare, con attenzione ai dettagli e ai particolari. Per chi può partecipare, per merito suo ovviamente, ha questo vantaggio ed è giusto che sia così. Il derby presto? Prima o dopo non conta, è una data e bisogna rispettare il calendario».Come vede i bianconeri?«Il Lugano quest'anno si è rafforzato, hanno confermato i due portieri, che sono solidi, ed hanno portato Gardener che dà un valore al 5vs4, Zackrisson lo conosco. Li vedo come una squadra completa con pochi punti deboli».
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