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03.06.17 - 23:260
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43
Juve ko, nella serata di Zidane e CR7: chi ha gufato esulta, il Real fa 12
Seconda Champions League consecutiva per gli spagnoli, che vincono nettamente per 4-1, con doppietta del fuoriclasse portoghese. Secondo tempo da dimenticare per Allegri
CARDIFF – Il mondo si divide, questa sera, in juventini e non. Esultano, giustamente, i tifosi del Real Madrid, che conquistano addirittura in scioltezza la seconda Champions consecutiva, e festeggiano tutti coloro che non volevano vedere la coppa dalle grandi orecchie finire nelle mani di Buffon e compagni. Parte dell’Italia, insomma, prende in giro e si diverte, gli juventini dicono addio al sogno.
In campo, c’è compostezza. Non si vedono lacrime di disperazione, i giocatori parlano fra loro, forse cercano di capire perché non sono praticamente scesi in campo nella ripresa. È pacata anche la festa del Real, con tanto di foto coi parenti vicino o addirittura dentro la coppa.
In pochi si attendevano un risultato così netto, anzi si pensava a una sfida con pochi gol, dato che pochissimi ne aveva incassati Buffon, che forse così saluta anche il Pallone d’Oro.
Eppure, la Juventus era partita bene, aggressiva al punto giusto, e non si era scomposta neppure dopo il vantaggio di Cristiano Ronaldo, sempre lui, giocatore immenso che quando serve non sbaglia mai una partita. Pochi minuti dopo, infatti, un autentico capolavoro di Mandzukic in rovesciata ha riportato tutto in parità.
Nella rirpesa, però, ha giocato solo una squadra, il Real Madrid. La Juve non è più riuscita a fare nulla, né a contenere la verve avversaria né a contrattaccare e, impotente, ha incassato la rete di Casemiro, una vita da mediano, uno egli uomini di Zidane, con una bomba partita da distanza ragguardevole e finita nell’angolino. Tre minuti dopo, CR7 è sbucato come un missile dietro la difesa juventina, l’impenetrabile BBC che oggi ben poco ha potuto, per la doppietta personale. Nel finale, c’è stata gloria anche per Asensio, entrato da poco, mentre i cambi di Allegri hanno convinto poco e l’emblema è Quadrado, subentrato e espulso (ma la seconda ammonizione è parsa un po’ severa).
Non riesce dunque il triplete al tecnico livornese e alla sua squadra, in una stagione in cui vincere il campionato è apparso sin quasi troppo facile, quasi scontato, e la sfida vera era in Europa. Per contro, Zidane si consacra, dopo essere stato un gran giocatore, vincente anche come allenatore: arrivato nello scetticismo generale, ha vinto due Champions in due anni, un’impresa che non si vedeva da un po’.
E la festa continua… di tutti, tranne che degli juventini.