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27.01.18 - 14:360
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Addio, Resega, arriva la Cornèr Arena. Simbolo di uno sport dove al cuore, per forza, va abbinato il businnes. Romantici, arrendiamoci

Il Lugano ha firmato una partnership con la banca ticinese, che darà il nome alla pista a partire dal primo maggio. "Un momento storico", ha detto Mantegazza, parlando di una realtà come la Cornèr "legata al territorio ma al tempo stesso internazionale". Un episodio che fa riflettere su quanto lo sport è dovuto cambiare

LUGANO – Addio Resega. No, tifosi del Lugano, non allarmatevi. O almeno, non pensate che il vostro tempio (termine rubato ai cugini dell’Ambrì, che mi auguro ci perdonino) non ci sarà più. Dal primo maggio, cambierà nome e si chiamerà Cornèr Arena.

Questo in  virtù di un accordo fra l’omonima banca e il club bianconero, che concederà così il nome della pista.

“Per noi e per la Città di Lugano, proprietaria della pista, è un momento storico. Il gruppo Cornèr Banca vanta da generazioni un forte legame con il contesto economico luganese ma nello stesso tempo ha una dimensione internazionale. Poterci affiancare a partner di questo livello è per noi uno stimolo a lavorare per rendere ogni giorno l’HC Lugano migliore. Grazie a questo accordo, la Cornèr Arena compirà importanti passi sulla via dell’innovazione”, gioisce il presidente Vicky Mantegazza, mentre dalla Banca spiegano come l’impegno sia un segnale di attaccamento alla città. “Abbinare il nostro nome a una pista che ha regalato, e che ci auguriamo regalerà in futuro grandi emozioni a Lugano e ai suoi tifosi, ci rende particolarmente orgogliosi”, ha detto l’ingegner Vittorio Cornaro, direttore generale del gruppo Cornèr Bank.

Dunque, seguendo i tempi moderni (pensiamo all’Allianz Arena di Monaco, per esempio), lo sport si sposa sempre più e sempre più a fondo con gli sponsor, che permettono alle squadre di andare avanti, di poter investire per vincere. Ovviamente, non a tutti questa scelta piacerà. I nostalgici rimpiangeranno la loro Resega, come in molti parlano con tristezza dei tempi andati, quando lo sport era più cuore e meno businnes.

Un bene o un male? Certamente, come detto, le risorse finanziarie non possono che aituare i club in generale, in un mondo sportivo che alza l’asticella delle richieste economiche (e qualsiasi dirigente sportivo lo confermerà) sempre di più. Nella vicenda del Locarno e di Ghiringhelli, abbiamo scritto più volte di ritenere che il calcio, e lo sport in generale, è anche cuore. Esso però non basta: serve anche il businnes.
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