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30.01.18 - 09:000
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Federer, un campione senza tempo: la vittoria dell'amore e di un popolo davanti alla tv

La RSI ha comunicato che il 51,2% dei telespettatori, pari a 50'600 persone, era davanti alla tv domenica per tifare per Roger nella finale contro Cilic. Si tratta di un campione che come pochissimi sa catalizzare l'attenzione e farsi amare da tutti. E intanto Mirka in tribuna...

MELBOURNE – Non ci sono più parole per descriverlo. Se pensi allo sport svizzero, pensi a Roger Federer. In caso ci fosse bisogno di una conferma, arrivano i dati della diretta RSI a spiegarlo.

Domenica mattina, un telespettatore su due era sintonizzato sulla diretta della partita contro Marin Cilic: 51,2 di share, 50'600 persone davanti al teleschermo, 15mila collegate via Internet. Dovunque si andasse, ieri, dai bar a persino le case anziani, tutti tifavano Roger. E pazienza se per alcuni il tennis è un sport astruso, di cui si capsice poco. Tutti erano lì, a provare a commentare o semplicemente a guardare. Tifando per un campione che non ha età, che a 36 anni ha saputo conquistare il ventesimo Slam.

Su che cosa abbia di speciale Federer, se lo sono chiesti in tanti, è la domanda che ci si pone dopo ogni vittoria. Piace a tutti, adesso anche alla Barilla che lo affianca a  Cracco, perché è un campione semplice, un atleta straordinario che sa dorsarsi, vincendo contro avversari più giovani, un uomo che sa ancora commuoversi sollevando la coppa, come se ogni volta fosse qualcosa di nuovo e incredibile e non l’ennesima perla di una carriera da sogno.

A colpirci l’altro giorno è stata sua moglie Mirka, in tribuna. Spesso si parla delle compagne dei campioni come di persone che vogliono mettersi in mostra, tra Instagram e selfie. Lei, Mirka, sta dietro le quinte. Fa la manager, ha smesso la carriera, fa la madre dei quattro figli, due coppie di gemelli, di Roger. Da quando nella sua vita c’è lei, vince. Domenica, come un’ultras, si alzava a richiamare il marito, vivendo la partita come se fosse sul campo. Un attegiamento che denota un legame forte, una simbiosi perfetta. Sembrava quasi, e non si sa se è un’impressione, che lui la sentisse, nei momenti topici, e si ringalluzzisse, giocasse ancora meglio.

La forza dell’amore, la forza della normalità, la forza di un campione che catalizza generazioni diverse. Come descriverlo? Abbiamo finito gli aggettivi, e per un’appassionata di sport come chi scrive, seppur non specificatamente, è strano. Ma forse bastano le lacrime a fine partita, e i numeri, i tifosi di Roger. Un popolo davanti alla tv, dalle 9.30 alle 13.02 di una domenica, con un picco alle 12.38.
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