di Tiziano Galeazzi*
STIM non è nulla di sconosciuto (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) sono in parte le basi di un nuovo sviluppo economico, imprenditoriale e lavorativo nel futuro nel nostro Cantone così come lo è già in alcune parti della Svizzera.
Questa via di alta innovazione con il futuro polo di Bellinzona e in parte a Lugano, ancora da ampliare, sarà la nuova frontiera a cui dovremo dedicarci per dare nuovo e maggiore slancio produttivo-occupazionale altamente specializzato. Molti dei futuri posti di lavoro, oggi, non sono ancora pienamente conosciuti e per questo si chiama proprio “futuro”. Con la matematica e la scienza si arriva alla tecnologia ingegneristica ma per chiudere il cerchio servono ancora: volontà, immaginazione, fiducia, risorse umane e investimenti. Lo scopo non è solo stare al passo con altri Tecno-Poli sparsi per la Svizzera ma rendere il Ticino un cantone innovativo, attrattivo e competitivo con micro aziende o società adattabili al nostro territorio sia negli spazi che nel tempo.
Non siamo un Cantone che geograficamente possa ospitare grandi Industrie come la Lombardia o gli stati del Midwest americano, ma siamo adatti per micro, piccole e medie realtà. Abbiamo cervelli nostrani e provenienti da altri paesi stabilitisi in Ticino, abbiamo giovani volonterosi e preparati, vogliosi di contribuire cosi come donne e uomini di mezza età pronti a rimettersi in gioco e se tutto questo potessimo amalgamarlo bene, avremmo un "mix" adatto per dare una svolta alla nostra realtà cantonale tanto quanto fecero molto tempo fa a Basilea con la chimica e la farmaceutica.
Iniziata la prima fase che ben presto ne parleremo anche in Parlamento con il dossier “sviluppo economico 2024-2027” vi saranno ulteriori fasi e sicuramente conterranno anche altri settori STIM, oltre ai tre oggi indicati quali Live Style Tech, Life science e sviluppo droni. Siamo in un’evoluzione mondiale così affamata di novità e progresso che pure noi dovremo continuare ad adattarci ed evolvere per non perdere il passo verso le esigenze di mercato e verso la concorrenza nazionale e internazionale. Proprio per questo che anche gli spazi pensati ora come a Bellinzona, in futuro ne richiederanno ulteriori e quindi maggior distribuzione sull'intero Cantone, divenendone tutto un Tecno Polo unico. Questo ne va non solo alle competenze ma anche alla ripartizione lavorativa, sociale e dell'indotto generato diversificato a tutte le regioni.
Con le maggiori competenze dei centri di studio accademici, in parallelo andrebbero anche potenziati i centri formativi (apprendistato) orientati su questo nuovo modello economico e in questo caso anche la Confederazione dovrà fare la sua parte. La scuola di formazione dovrà avere il compito di capire le esigenze future e adattare in maniera rapida la formazione professionale. Auspico sia già in corso perché ogni anno di ritardo è un anno perso in queste realtà che si avvicinano molto più rapidamente di quanto si pensi. Con queste possibilità di sviluppo economico-lavorativo avremo anche la possibilità di poter reintrodurre persone che, per un motivo o l'altro, necessitano di un nuovo lavoro e quindi di una riqualifica che anch'essa dovrà andare di pari passo all'istruzione scolastica di nuova generazione. Una nuova dimensione formativa per non dipendere sempre e solo da personale estero specializzato. Abbiamo il dovere e il compito di specializzare i nostri cittadini e cittadine ad entrare nel tessuto economico-lavorativo rapidamente.
Ben presto affronteremo anche altri settori come scritto sopra, che stanno emergendo a livello planetario, dalle scienze artificiali alla robotica avanzata o all'innovazione industriale spaziale sempre più ambita. (nuove esplorazioni, ricerca di materie prime e pianificazioni di colonie umane fuori dal nostro pianeta)
Come ultimamente evidenziato da molti paesi, si tornerà a viaggiare nello spazio, direzione Luna e poi Marte, quindi non basterà più, da parte nostra, la semplice componistica satellitare o l'orologio al polso di un astronauta straniero quale simbolo elvetico. Si potrebbe quindi immaginare, a livello federale, una divisione spaziale (inserita in un Dipartimento federale) che possa supportare con le nostre già eccellenti risorse accademiche, anche una nostra industria strettamente aereo-spaziale molto più attiva e non solo marginale a supporto delle agenzie NASA o ESA. Partecipazioni attive in queste future avventure non più solo esplorative ma permanenti nel nostro sistema solare.
Musica del futuro? Si, ma non cosi poi lontano e tanto meno fantascientifico. Pensare e vedere oltre l'inimmaginabile, un segno di lungimiranza e progresso laddove tutti noi dovremo guardare.
*Candidato nr 3 lista UDC al Consiglio Nazionale, Municipale di Lugano