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TiPress/Francesca Agosta
Federali 2023
06.10.23 - 11:510

Torna lo spettro del Certificato Covid. HelvEthica Ticino: “Non ci lasceremo più imporre nulla, la misura è ormai più che colma”

“Le autorità politiche e sanitarie dovrebbero vergognarsi per le menzogne diffuse e le notizie omesse, per l’aumento dei suicidi giovanili, che si sarebbero potuti evitare, e del ricorso a cure psicologiche a causa del clima di terrore generato”

Pubblichiamo la presa di posizione di HelvEthica Ticino in merito alla notizia sull'intenzione del Consiglio federale di fare del certificato Covid un modello per future crisi.

La Commissione della gestione del Consiglio Nazionale ha analizzato le misure Covid e stabilito che non hanno comportato una violazione della Costituzione; in pratica è come chiedere all’oste se il suo vino è buono.

L’analisi rischia di essere viziata anche se venisse fatta da una commissione indipendente, figuriamoci se è composta da membri di un Parlamento che si è allineato alle misure anticovid adottate dal Governo.

La classe politica fatica ad ammettere i suoi errori che sono purtroppo molteplici: ha propagandato il terrore invece di spiegare alla popolazione come potenziare il sistema immunitario e favorire le cure precoci, chiedendo ai medici di occuparsi tempestivamente dei pazienti (che venivano lasciati praticamente senza assistenza medica finché guarivano o si aggravavano e finivano in ospedale). Già così sarebbero diminuiti i ricoveri nei reparti di cure intensive. I medici che hanno erogato le cure secondo scienza e coscienza non hanno, se non in rarissimi casi, avuto pazienti ricoverati o morti per Covid, nemmeno fra gli anziani; questo non solo in Svizzera ma anche nel resto del mondo.

L’allarme lanciato a livello planetario da numerosi medici e scienziati, critici sui protocolli di cure e le misure imposte dalle autorità sanitarie e politiche, è stato sistematicamente ignorato, anzi contrastato. Le misure non sono state abrogate nemmeno di fronte all’evidenza sulla loro inutilità e dannosità.

È stato introdotto un certificato Covid, pur sapendo che il cosiddetto vaccino non era stato testato per prevenire la trasmissione del virus. Chi ha sottoscritto i contratti sapeva che non erano stati fatti studi sugli effetti dei “vaccini” sulle donne in gravidanza e i nascituri, sulla cancerogenesi, eppure tutti sono stati spinti a vaccinarsi con pressioni dirette o indirette.

Costringere i giovani a tamponi quotidiani per accedere alle scuole e alle attività sociali e di svago equivale a un obbligo vaccinale ed è tremendamente perverso non riconoscerlo.

Robert Malone, inventore del “vaccino a mRNA“ aveva lanciato un appello a non vaccinare i bambini e i giovani, che ci sarebbero stati rischi di pericarditi e miocarditi e il rischio di una modifica del DNA che si trasmetterà anche alle future generazioni. A lui bisognava dare il Premio Nobel, a chi onestamente ha messo in guardia, anche verso ciò che ha inventato, per carità umana.

Ora le autorità politiche e sanitarie che non hanno voluto fare una vigilanza attiva su un “vaccino” sperimentale, omologato in via temporanea, per timore di scoprire la mole di reazioni avverse anche gravissime, croniche e mortali, osano dirci che vogliono introdurre il sistema di certificazione usato per il Covid nella prossima revisione della legge sulle epidemie? Che introdurre il certificato Covid è conforme alla Costituzione? Che aver bistrattato la popolazione e averla esposta a rischi peggiori del Covid stesso è stata una buona cosa? Dovrebbero vergognarsi per non saper fare un atto di umiltà, per le menzogne diffuse e le notizie omesse. Per l’aumento del 50% dei suicidi giovanili in un anno che si sarebbero potuti evitare. Per la schiera di persone che ha dovuto ricorrere a cure psicologiche e psichiatriche a causa delle misure imposte e del clima di terrore generato.

Non ci lasceremo più imporre nulla, la misura è ormai più che colma.

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