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Tribuna Libera
21.08.15 - 13:110
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Donne e politica, non solo numeri

di Alice Croce-Mattei, candidata PPD al Consiglio nazionale

“Le donne, già perdenti alle elezioni federali” titolava “Le Temps” lunedì. Il tema è la rappresentanza femminile alle Camere federali: diverse signore non si ricandidano e difficilmente saranno sostituite da altre. Il titolo ha chiaramente risvegliato la mia attenzione e soprattutto ha fatto emergere la domanda che mi sono sempre posta in questi anni di attività politica: che cosa posso portare io, oggi, con la mia personalità e la mia storia, al dibattito politico? C’è stato chi in passato ha lottato perché fossero riconosciuti anche a noi donne il diritto di votare, la facoltà di sedere in Parlamento, negli Esecutivi cantonali, in Consiglio federale, come pure di proporci nel mondo del lavoro alla stessa stregua degli uomini e di promuovere una mutazione generale di mentalità sul ruolo e le realtà femminili. Sono state battaglie importanti perché hanno cambiato la sensibilità e la cultura politica di un intero paese. Oggi però le sfide sono cambiate, sono innanzitutto le questioni di politica sociale e familiare che si ripercuotono direttamente sul ruolo che la nostra società attribuisce alle donne. Alcuni di questi temi sono in parte nell’agenda della sessione di settembre delle Camere, come la riforma dell’Avs e la conseguente proposta di modifica dell’età di pensionamento; altri temi invece dovranno essere ulteriormente promossi e sostenuti. Torno allora alla domanda che mi sono posta: qual è il mio ruolo di candidata, moglie, madre? È prima di tutto quello di aprire la discussione su quanto mi è caro e vicino: la famiglia, il lavoro quale fonte di realizzazione e di sostentamento (sia per gli uomini che per le donne), l’educazione, il sostegno sociale, ecc. Tuttavia so bene che questi temi non saranno i più mediatizzati nei prossimi mesi perché, si sa, è su altri argomenti che si sta concentrando il dibattito. Eppure proprio i temi che ho evocato risulteranno decisivi per il futuro della nostra società. Ecco allora che ciò che conta non è tanto il numero di donne che siederanno a Berna o figurano sulle liste (benché sia auspicabile un armonioso pluralismo anche di genere), ma piuttosto quanti candidati e poi deputati e senatori (uomini e donne) hanno e avranno a cuore i temi che concernono (anche) le donne. Invito tutti a sfogliare i programmi di partito: quali si sono prefissati degli obiettivi e propongono delle misure a sostegno delle donne, siano esse single, spose, mamme, imprenditrici, impiegate o casalinghe? Chi riconosce il valore sociale della famiglia, l’importanza di un sostegno alla natalità e di un’uguaglianza fiscale? A me questi temi sono cari, e intendo per quanto possibile sostenerli e promuoverli. Lo faccio nella quotidianità della vita privata e adesso anche pubblicamente, in una campagna elettorale che mi vede sulla lista di un partito, il PPD, che mette al centro della sua azione politica la famiglia e la classe media. In conclusione mi sento di smentire il quotidiano romando; le donne non sono già perdenti, lo saranno solo se non riusciranno a promuovere i temi che le riguardano e sui quali esse sono sensibili in modo particolare. La politica si fa sui contenuti, non sulla rappresentanza degli uni e delle altre, per quanto non priva di importanza. È la sostanza che conta!Alice Croce-Mattei, candidata PPD al Consiglio nazionale
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