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Tribuna Libera
02.04.16 - 19:040
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Da Marx al Nano: storia di un giovane politico ticinese

di Rodolfo Pulino, candidato Lega dei Ticinesi Consiglio comunale Lugano

Ricordo ancora il primo giorno in cui mi avvicinai alla politica. Era l'autunno del 2001 e avevo appena compiuto 17 anni. Dopo gli attacchi dell'11 settembre partecipai alla manifestazione pacifista contro la guerra in Afghanistan voluta dall'allora presidente George Bush. Fu così che mi avvicinai al Movimento per il Socialismo di Pino Sergi con il quale, per circa due anni, oltre a partecipare nella raccolta firme di alcune iniziative e referendum, vissi la prima campagna elettorale delle cantonali (ancora non da candidato) e in particolare alla campagna contro la libera circolazione delle persone ( allora l'MPS era l'unico movimento a sinistra già contrario) di cui già si prevedeva l'inevitabile nefasta conseguenza di mettere in conflitto tra loro i lavoratori indigeni con i lavoratori frontalieri, una guerra tra poveri che non avrebbe per nulla fatto bene al nostro Cantone. Preso dall'entusiasmo di un giovane comunista che voleva cambiare il mondo, incominciai quindi a divorare Marx e in particolare Gramsci e fu così che tra il 2005 e 2006 feci la tessera dell'allora Partito del Lavoro, un partito piccolo e in ricostruzione nella quale trovai subito grande spazio. Saltai in breve tempo tutte le gerarchie fino ad entrare nelle massime istanze del partito nelle quali rimasi fino al 2010, giorno in cui feci la difficile scelta di passare tra le file della Lega. Con il PDL affrontai un'elezione federale, una cantonale, ed una elezione comunale. Il PDL fu una grande scuola politica per me, ma più passarono gli anni e più mi sentii in difficoltà nel cercare di rappresentare un pensiero rigido, soprattutto se in un ruolo dirigenziale, con delle opinioni come le mie, spesso fuori dal coro. Nel momento in cui il Partito affrontò il suo momento più difficile, una scissione e l'abbandono di tesserati storici come Gerri Beretta Piccoli, i Crivelli e lo stesso giovane presidente del partito Gianluca Bianchi mi trovai quindi di fronte a tanti interrogativi. Poi conobbi il Nano, senza il quale oggi non sarei nella Lega. Fu lui a cercarmi nella primavera del 2009 e senza tanti giri di parole mi disse che avrebbe avuto il piacere di avermi nelle file della Lega e che c'era bisogno di qualcuno con le mie idee e voglia di fare. In effetti, già da comunista, a differenza di molti altri compagni non avevo mai visto la Lega dei Ticinesi come un nemico o un'antagonista. D'altronde con la Lega da bambino ci ero cresciuto e, anche in quegli anni passati nel PdL, in parlamento tra le fila della Lega dei Ticinesi sedeva mio nonno (Luciano Canal), oltre che deputato in Gran Consiglio già anche municipale di Morbio Inferiore. I temi portati da me avanti inoltre erano spesso i medesimi, dal trasporto pubblico rafforzato e gratuito per studenti e anziani, la tredicesima avs, la cassa malati unica e soprattutto il no alla libera circolazione e all'UE. Da li quindi il passo fu breve. Ma non fu una scelta facile. Assolutamente. Fu anche una scelta che pagai a caro prezzo. Con il mio passaggio alla Lega scoprii anche il volto oscuro della politica, dalle minacce alle aggressioni, dagli insulti ai boicottaggi. Addirittura persone che reputavo non solo compagni, ma anche amici, non mi rivolsero più la parola e questo perché secondo loro ero passato dalle parti del nemico. Non sono infatti pochi quelli che vedono la politica la medesima cosa come tenere all'Ambrì o al Lugano, cioè o sei con me o contro di me. Ma la politica per me non è mai stata come fare il tifo a una squadra o a un colore, per me la politica è invece sempre stata quella di essere costantemente alla ricerca della verità e di cercare soprattutto di affrontare i problemi sia a lungo che a breve termine. Paradossalmente invece con i compagni del Partito Comunista, che invece forse erano i più legittimati a prendersela, mantenni sempre un buon rapporto e rispetto reciproco continuando anche a collaborare assieme quando le convergenze comuni lo permettevano. Nel 2010, all’età di 26 anni, divenni quindi ufficialmente un esponente leghista e mi feci le ossa nella prima campagna per le Elezioni Cantonali, nei quali non avevo alcuna speranza di essere eletto, per prepararmi alle elezioni comunali del 2013 alle quali invece tenevo particolarmente. Nel 2012 iniziai anche a collaborare con il Mattinonline della quale divenni redattore quasi a tempo pieno per circa 2 anni completando così il legame che avevo con il movimento. Poi poco prima delle elezioni comunali, come un fulmine a ciel sereno, avvenne ciò che nessuno poteva aspettarsi, la scomparsa di Giuliano Bignasca. Ed è quello forse l'unico ricordo lucido che ho di quel periodo fortemente carico di emozioni. Ebbi pure il compito, su proposta di Michele Foletti, di portare la bandiera della Lega dei Ticinesi al suo funerale. Fu questo davvero un grandissimo onore per me. Al grido di "Non molleremo" facemmo tutti quanti la grande promessa di portare avanti il movimento di Giuliano Bignasca di fronte a qualsiasi intemperie. E tale promessa fu rispettata. Poi arrivarono le elezioni con l'exploit del nostro movimento e di Borradori sindaco. Per me personalmente arrivò invece la prima grande delusione politica, nonostante tutti gli sforzi fatti, le difficoltà affrontate, e la grande passione impiegataci non ottenni il risultato sperato e addirittura non arrivai nemmeno tra i primi subentranti. Devo ammettere che la tentazione di mollare tutto in quel momento mi balenò per la testa più volte. La politica d'altronde non è tutto nella mia vita e le cose da fare fuori dal lavoro (come informatico in una banca) nel tempo libero non mi mancano. Per chi non mi conosce come hobby infatti mi dedico da quasi 15 anni interamente per la musica punkrock, il mio vero grande amore, gestendo un etichetta discografica indipendente e cantando in una punk rock band. Praticamente un secondo lavoro in termini di tempo dedicato. Alla fine con il tempo però superai il contraccolpo e facendo tesoro dell'esperienza fatta mi rimboccai le maniche. Mi aiutarono anche gli attestati di stima ricevuti da più parti, come un biglietto di incoraggiamento disegnato a mano del compianto municipale socialista Giovanni Cansani. Sono passati 3 anni e sono nuovamente e ancora per una volta pronto a mettermi a disposizione della città di Lugano. E all'età di 31 anni, con la necessaria maturità raggiunta per meritare la vostra fiducia e il vostro voto per permettermi di entrare in consiglio comunale. Se eletto metterò in campo lo stesso impegno che metto tutti i giorni in tutto quello che faccio, dal lavoro alla musica e come ho sempre dimostrato sarò pronto, aldilà di ogni steccato politico, a lavorare con tutti quanti per il bene della nostra città cercando di ricambiare nel miglior modo possibile la vostra fiducia.Rodolfo Pulino, candidato Lega dei Ticinesi Consiglio comunale Lugano
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