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Tribuna Libera
02.06.16 - 16:100
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

No a tasse ingiuste e inefficaci, sì ad una mobilità pubblica che dia l'esempio

Matthias Bizzarro, Vicepresidente dei GLRT

Al lavoro mi reco esclusivamente in bicicletta, a piedi o in bus. E nonostante ciò voterò di no alla "tassa di collegamento" in votazione il prossimo 5 giugno. Perché? I motivi sono molti, e non potrò che citarne i principali. Anzitutto si tratta di un'imposta (dovuta senza controprestazione) che, senza raggiungere gli obiettivi prefissati, colpirà molti lavoratori e studenti, in gran parte ticinesi, che di fatto non hanno alcuna alternativa in quanto serviti in modo pessimo dai trasporti pubblici, e che in molti casi già oggi pagano importi talvolta anche molto alti per il proprio posteggio. Non occorre vivere in zone discoste per trovarsi in questa situazione: basta uno sguardo alla situazione di molti comuni della cintura dell'agglomerato Luganese per rendersene conto. Oppure basta avere la sfortuna di doversi recare in aree industriali di questo cantone, per toccare con mano la completa mancanza di alternative. Si tratta quindi, in pratica, di una "tassa senza collegamento". Certo, forse la situazione migliorerà un giorno, ma la realtà è che questa tassa è destinata esclusivamente alla copertura dei crediti ordinari di finanziamento del trasporto pubblico, per cui intanto moltissimi pagheranno senza ricevere nulla in cambio e senza per questo poter cambiare le proprie abitudini. L'aspetto che però trovo più fastidioso di questa tassa è l'atteggiamento dello Stato nei confronti dei privati. In sostanza – si è sentito più volte – lo Stato tuona contro le imprese ree di non essersi sufficientemente organizzate a livello di mobilità aziendale e ora – di conseguenza – le "punisce" con questa tassa. Critica per certi versi condivisibile, se non fosse che a tuonare è senza dubbio il più grande generatore di traffico di questo Cantone. È il bue che dà del cornuto all'asino. Si pensi agli oltre 5000 dipendenti del Cantone, ai quasi 4000 docenti, agli innumerevoli spostamenti di traffico causati dalle scuole (parola chiave: mamme col SUV). Per non parlare delle amministrazioni comunali dei nuovi grandi comuni e del settore parapubblico. Il Cantone si è mai dotato di un piano di mobilità aziendale? Non mi risulta. Da me confrontato con questa domanda, l'onorevole Zali in occasione di un dibattito pubblico alcune sere or sono, per tutta risposta ha sottolineato che anche i dipendenti pubblici (che già pagano i posteggi) pagheranno la tassa di collegamento. "Ah beh" viene da dire, "allora il problema traffico è risolto". Per tornare seri: pensando alla situazione del traffico durante le vacanze scolastiche, viene da chiedersi se non sarebbe il caso che lo Stato facesse i compiti in casa propria, gestendo meglio la mobilità pubblica e parapubblica, prima di muovere rimproveri e imporre nuovi oneri all'economia privata. Economia privata che già lotta per la propria sopravvivenza (e le recenti notizie di PMI storiche costrette a chiudere nel nostro Cantone lo dimostrano), dovendo competere con aziende agguerrite di tutto il mondo, e che si troverà nel dilemma se riversare la tassa sui lavoratori (in un periodo di pressione generale sul livello salariale) o se sobbarcarsela, a scapito degli investimenti futuri. Matthias Bizzarro, Avvocato, Vicepresidente dei Giovani Liberali Radicali Ticinesi
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