Di Guido Tognola *
Pomeriggio inoltrato. Al bar rileggendo Grossman (“La pace è l’unica strada”); una sigaretta, una birra, insomma, godendo il riposo del dopo lavoro. Mi piace, di tanto in tanto, alzare gli occhi e vedere gente indaffarata nei propri pensieri, sentire differenti voci, differenti lingue, osservare tutte quelle dinamiche relazionali proprie all’”essere umano”. Mi piace l’Essere Umano, a prescindere.
Un amico si avvicina. Si siede. Amo che il tavolo che occupo sia una piccola isola d’incontro, scontro, confronto. Una microscopica “Società Aperta”, una “Zona Franca”, un attimo del potere. Essere e, soprattutto, essere libero e liberato.
L’amico ordina a sua volta una birra, l’unica che gli è concessa dal suo stato di salute. Occhi furbi, vivi, che chiedono risposte ed al contempo incalzano domande. Ripongo il mio iPad: è il segnale, tutto può iniziare.
“Il vostro Programma: troppi punti, troppo generico…”, lo interrompo, mia brutta abitudine, per ricordargli che il nostro non è un programma di legislatura, che il più delle volte, se non sempre, a campagna elettorale ultimata, tutti dimenticano, partiti ed eletti in primis, bensì, il nostro, è un programma d’indirizzi che obbliga, chi lo condivide, a rispettarlo e promuoverlo nell’interesse del bene pubblico. Come un canovaccio, una traccia, un filo d’Arianna non fosse che nell’illusione di un domani migliore, che ci impegna oggi, domani, dopo, non nell’atto politico propagandistico, bensì ci impegna nella vita di tutti i giorni, che ci da modo di indignarci, di sconfortarci e al contempo di batterci, di crederci, di sollevarci, di ribellarci.
Mentre parlo riconosco nell’atteggiamento non verbale il dissenso del mio interlocutore, che, approfittando di una mia breve pausa per prendere fiato, insiste, imperterrito, “Con quel programma non andrete da nessuna parte! Manca di concretezza, manca di quei pochi punti chiari, specifici, con i quali si seducono, si convincono, le persone al “voto”. Non lo interrompo. Lui continua con tono, ora di sfida aperta, “dammi 5 punti, dammi 5 almeno punti concreti!”.
Sono convinto che dentro di sé stia sorridendo, a volte le vere amicizie hanno mille sfaccettature anche nell’esprimersi.
“Come prima cosa, un’analisi dei conti pubblici da parte di un ente esterno. Corte dei Conti Comunale indipendente (basti guardare quella di Ginevra nel caso SIG, una quasi equivalente della nostra AIL), Piano Regolatore Unico, trasparenza nei bandi pubblici (con la pubblicazione, anche sopra i 50’000.00 franchi, di tutti gli attori “vincenti” e/o coinvolti), ampliamento del diritto di voto a tutti i domiciliati/residenti, la creazione di un fondo per i più bisognosi e per le grandi emergenze pari al 1% delle imposte preventivate. Senza dimenticare che la città non è solo “poli” o “cittadelle varie”, bensì tutto il resto del territorio!
Ma, sicuramente, la cosa più importante è riportare il Cittadino al centro dell’azione politica, ribadendo il primato del legislativo sull’esecutivo, principio base di una Democrazia sana.
* segretario politico Costituzione Radicale