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23.05.24 - 08:380

Alberto Siccardi: "Un sì alle rinnovabili sarebbe un voto al buio e a favore di un monopolio senza scrupoli"

"Ecco perché pannelli solari ed eolico devono avere una importanza marginale nella programmazione della nostra energia"

di Alberto Siccardi *

Ci dicono di votare SÌ a una legge che non risolve il problema dell’approvvigionamento (Legge federale del 29 settembre 2023 su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili in votazione il 9 giugno, ndr). L’impressione è che, sotto questo slogan ingannevole, si cerchi di far avallare una politica energetica incerta e opaca.

Qual è la logica di spingerci a votare SÌ per promuovere l’adozione di quella che chiamano energia rinnovabile (che fra l’altro non è l’unica rinnovabile) se parliamo di eolico e pannelli? Ce ne sono altre… «Approvvigionamento sicuro con le energie rinnovabili», questa è la cantilena ufficiale in risposta, ma subito dopo si aggiunge da fonti informate che «non sarà sufficiente». Sappiamo però che l’energia non deve mai mancare, specialmente d’inverno quando i consumi aumentano, ma ci dicono di votare SÌ ad una legge che, per loro stessa ammissione, non risolverà il fabbisogno energetico.

Analizziamo la situazione come sarebbe compito di chi ci governa. La domanda importante è: visto che dobbiamo assolutamente evitare di rimanere senza energia, di quanta ne abbiamo bisogno oggi e quale sarà l’evoluzione del bisogno nel tempo? Quando sapremo questo, dovremo obbligatoriamente pianificare nel tempo l’installazione delle fonti interne (idroelettrico, nucleare e altro) e, una volta chiarito questo, cercheremo di definire gli approvvigionamenti dall’estero.

Un cittadino che deve decidere se installare o meno pannelli e/o eolico in Svizzera, è giusto che sappia quanti se ne devono installare per coprire almeno una parte di un fabbisogno che deve essere a lui conosciuto, in modo da sapere quanto serve per coprire il restante fabbisogno. Non ha senso votare SÌ a una legge che non definisce un obiettivo quantitativo chiaro e che afferma che, se approvata, saremo più liberi di usare pannelli e eolico, tralasciando di indicare in che misura questo debba succedere.

Se questo dato si sapesse, invece, sarebbe possibile definire cantone per cantone quanti pannelli ed impianti eolici adottare e in quali zone, nel rispetto paesaggistico e naturalistico. Senza una politica chiara, invece, ogni impianto sarà frutto di lotte politiche locali, non sarà mai la migliore delle soluzioni. Si sventola anche l’obiettivo della indipendenza svizzera negli approvvigionamenti energetici. Nulla di più sbagliato. L’80% delle materie prime necessarie per queste due tecnologie è in mano ai cinesi e chiunque sia il produttore o il venditore di pannelli o di eolico sarà condizionato dai prezzi e dalla disponibilità delle materie prime, entrambi determinati dai cinesi. Se decidessero da un momento all’altro di dirottare più materie prime ad un altro mercato, lo potrebbero fare liberamente e i prezzi aumenterebbero per tutti gli altri.

Si chiama monopolio ed è quanto di più temibile ci sia in un settore come quello energetico, che determina la sopravvivenza delle nostre economie. E i cinesi lo sanno: non per niente da anni si sono impadroniti della maggior parte dei territori africani, concludendo accordi con i governi locali. Ecco perché pannelli ed eolico devono avere una importanza marginale nella programmazione della nostra energia.

Succederà, più verosimilmente, che continueremo con gli idrocarburi (come del resto fanno i cinesi) finché non ci decideremo di rivolgerci al nucleare, per necessità di sopravvivenza. Non è vero, fra l’altro, come si afferma spesso, che ci vogliono 25 anni per riavere delle centrali nucleari: ne bastano 7, come hanno fatto i cinesi. Certo però bisogna decidere in modo veloce.

In Cina, Paese delle rinnovabili (!), operano 54 centrali nucleari e 11 sono in costruzione. Solo gli Stati Uniti e la Francia ne hanno di più. Ma in Svezia e Finlandia ne operano 7 e 4 rispettivamente. In Europa il 25% della energia prodotta viene dal nucleare. Questo dovrebbe bastare per ragionare sul nucleare in modo pratico. Tornando alla votazione e alle considerazioni che precedono, il voto è dovuto ma si ha l’idea che non porti da nessuna parte. Già ora si possono installare pannelli ed eolico e non serve invocare l’indipendenza energetica né la stabilità delle forniture.

E allora come votiamo? Non credo sia appropriato dare l’approvazione ad una proposta che potrebbe essere letta dalla Confederazione come una approvazione della sua politica energetica, semplicemente perché tale politica non ci è dato di conoscere. Sarebbe un voto al buio. E ciò è insolito in un Paese come la Svizzera, solitamente pronto a suggerire al Popolo Sovrano decisioni importanti, anche drastiche ma chiare. Non questa volta. Non si è affrontato ancora il dilemma delle quantità di energia di cui abbiamo bisogno né quello del prezzo. Dire SÌ o NO cambierà solo l’arricchimento dei mercanti dei pannelli e dell’eolico, oltre a quello della Cina che dirigerà le operazioni. E aumenterà la nostra dipendenza da un monopolio senza scrupoli.

* imprenditore

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