BELLINZONA – I Verdi sono furiosi con Amalia Mirante, che a loro dire “sta facendo la sua campagna elettorale, strizzando non uno, ma due occhi, agli ambienti economici”. In che senso?
La deputata socialista e candidata al Consiglio di Stato avrebbe smentito il suo partito in merito a un tema molto sentito dai Verdi, quello del salario minimo. Se il PS ha detto di non accettare un minimo di 19 franchi orari, Mirante si è distanziata dalla posizione del partito.
E questo non va giù al movimento ecologista. “Mira al cadreghino a scapito dei più deboli. Accettare un salario di 19.- franchi orari, che equivalgono circa a 2'800 franchi al mese netti, significa accettare che le persone che lavorano a tempo pieno abbiano una condizione di lavoro peggiore rispetto a chi è a beneficio di prestazioni sociali. Questo non è accettabile e non permetterebbe di raggiungere lo scopo costituzionale votato ed approvato dalla popolazione. Queste cifre non farebbero che istituzionalizzare lo statuto di workingpoor, tagliando fuori dal mercato del lavoro i residenti”, si legge in una nota.
“Queste cifre e gli argomenti a sostengo sono quelli che sentiamo spesso da parte dei rappresentanti degli ambienti economici più contrari al salario minimo e che fino ad ora hanno fatto il possibile per impedire l’entrata in vigore di una legge d'applicazione ferma da 14 mesi nei cassetti commissionali. Approvare uno stipendio minimo di 2'800 franchi netti significa sdoganare ulteriormente la politica del dumping salariale e premiare quelle ditte che in Ticino vengono solo per sfruttare la manodopera a basso costo senza lasciare che le briciole alla popolazione residente”, proseguono i Verdi.
I quali “ribadiscono che un salario minimo sociale calcolato in maniera conforme a quanto indicato dal Tribunale Federale ammonta ad almeno 21,50 franchi orari, pari a circa 3860.- franchi lordi mensili. Questo è l'unico salario minimo veramente dignitoso che risolverebbe in buona parte il problema dei lavoratori poveri domiciliati in Ticino. I Verdi sono pronti a battersi affinché quanto votato dalla popolazione venga rispettato senza giochetti di prestigio e operazioni di marketing elettorale”.