BELLINZONA – Gabriele Gendotti non le manda a dire e critica la campagna elettorale condotta dal PLR. “Bisogna rendersi conto che una campagna troppo razionale in questi anni non basta più”, spiega al Corriere del Ticino l’ex Consigliere di Stato.
Che promuove però i candidati, “si sono dati da fare, raccogliendo molte preferenze. Basta pensare che Alex Farinelli è risultato il candidato più votato”, ma non il partito: “nella campagna è stato molto assente. Anzi, mi sembra un po’ sbiadito: si ripetono le solite argomentazioni, i soliti temi senza essere sufficientemente innovativi. Insomma, sono mancate le emozioni mentre per avere successo questo è un elemento decisivo. Questo sistema di accettare un po’ tutto, senza punzecchiare l’avversario, non paga. La campagna è stata scadente”.
Per quanto concerne la congiunzione col PPD, per Gendotti non è stato fatto passare abbastanza il messaggio che si trattava puramente di una congiunzione tecnica. “Se si fosse capito che si trattava solo di un patto tecnico forse alcuni attriti e retaggi del passato sarebbero stati superati più facilmente. Ma questo messaggio è stato venduto malissimo: anzi, certi abbracci ai congressi hanno dato fastidio a molti”, afferma.
“Chiaro che Merlini non ha ricevuto moltissimi voti dal PPD in questo primo turno. Qui l’accordo non ha funzionato come doveva e soprattutto come dovrà funzionare il 17 novembre. Probabilmente a questo primo turno c’è chi ha preferito attendere”, aggiunge, anche se al 17 novembre non ha dubbi. Lì dovrà funzionare, e anche se Merlini potrebbe non avere il voto utile da sinistra, essendoci Carobbio, per Gendotti ha tutti gli atout per essere eletto.