MENDRISIO – Ieri sera è andata in scena la seconda puntata di Matrioska, ed è stato inevitabile parlare del caso di Ghiggia e della sua segretaria (ma c’è anche la domestica) frontaliera.
A difenderlo ci ha pensato il comapgno di partito Alessandro Mazzoleni: “Ha detto ‘Io in Ticino del personale così non l’ho trovato’, penso valga per tutto il Ticino. Ci sono professori all’USI o medici negli ospedali che non sono ticinesi, ma abbiamo bisogno di questo personale. Ghiggia ha dato una spiegazione, voglio credergli: nella sua vita è sempre stato coerente, è avvocato, presidente dell’Ordine degli avvocati e non ho motivo di credere che racconti frottole ai ticinesi”.
Pungente la socialista Cristina Zaini Barzaghi: “Se si milita in un partito che continua a dire che c’è l’effetto sostituzione e che il numero di frontalieri va contenuto, ci si aspetta che i suoi rappresentanti che si candidano facciano un minimo sforzo”.
Allargano il discorso, invece, i rappresentanti PPD e PLR. Ha cominciato a farlo Giuseppe Cotti: “Nella realtà dei fatti tenere fede a propositi estremi è impossibile. Quando dice che ‘Prima i nostri’ non vuol dire solo i nostri, fa un discorso centrista. Per il resto, i discorsi di coerenza toccano a lui”.
A fargli eco Alex Farinelli: “Quello che questa storia può insegnarci è che estremizzare certi discorsi, come si è fatto in dieci anni, dove sembrava che qualsiasi frontaliere rubava il posti di lavoro a un ticinese, che venivano in Ticino a speculare, che chi li assumeva lo faceva per dumping, non va bene e magari permette di affrontare il problema in senso un po’ più generale. Tutti coloro che sono stati additati per aver preso dei frontalieri non hanno avuto un palcoscenico per spiegare il perché. Sparare a zero per questioni politico-partitiche non è una buona idea”.