BELLINZONA – Sorpresa! Il PLR va all’attacco sull’accordo fiscale con l’Italia, a gamba tesa, stupendo un po’ tutti.
Con un atto parlamentare, il cui primo firmatario è il capogruppo Alex Farinelli, si chiede “di disdire l'accordo sui frontalieri del 1974, oppure la Confederazione riconosca al Ticino i 12 milioni l'anno che perde a causa dei ritardi ormai inaccettabili nella firma del nuovo accordo”.
L’atto parlamentare non è ancora stato consegnato, ma il Corriere del Ticino ne anticipa alcuni stralci. Come il rammentare che Widmer-Schlumpf aveva affermato che, dopo essersi impegnata a concludere un’intesa entro metà 2015, “se i negoziati fossero falliti sarebbe stata pronta ad attuare misure unilaterali come la disdetta degli accordi settoriali con l’Italia. (…) Dopo l’ennesimo incontro tra Svizzera e Italia, alle parole è ora che seguano i fatti. Infatti, le promesse, regolarmente disattese, dei precedenti ministri italiani e quella recente dell’attuale ministro degli Esteri lasciano il tempo che trovano. O perlomeno è giunta l’ora che il Ticino si attivi in modo da tutelare i propri interessi specie nell’attuale situazione politica italiana, con il governo giallo-verde che deve ingraziarsi il proprio elettorato, e i frontalieri sono un buon bacino d’elettori”.
Alex Farinelli ha smentito categoricamente che si tratti di una mossa elettorale, “è il frutto di una proposta fatta dal PLR 5 anni fa, che era stata congelata in quanto vi erano delle trattative in corso, e che è stata riportata all’attualità dai recenti sviluppi nei rapporti tra Svizzera e Italia”, ed anche che si rincorra la Lega, “fare delle proposte nell’interesse del Ticino non vuol dire essere leghista”.
E specifica che le mosse sono concordate con i propri rappresentanti alle Camere Federali. Anche Ignazio Cassis ne è informato.