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29.01.17 - 13:590
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Ambrì e Lugano unite? «Pista da 20mila posti, Cereda allenatore, i migliori ticinesi e stranieri da sballo...»

A lanciare quella che ritiene una provocazione è l'ex presidente del Bellinzona Morelli. «Una generazione di tifosi soffrirebbe, ma un'altra vincerebbe di più». Anche perché secondo lui il futuro...

BELLINZONA - Una provocazione, un'idea che potrebbe sconvolgere i tifosi di un intero Cantone, anche se oggettivamente al momento appare difficilmente realizzabile, se non utopistico. Lugano e Ambrì unite in una sola squadra ticinese, in grado di provare a vincere? La proposta, o come insiste a chiamarla lui, la provocazione, viene da Manuele Morelli, ex presidente del Bellinzona. Su Facebook, ha lanciato l'idea qualche giorno fa. «Lugano ed Ambrì sono oramai tristemente anacronistici. Una sola squadra, una sola pista, un budget indipendente da mecenatismo e collette a scadenze regolari. Ciò per il bene dell'hockey ticinese, disciplina da sempre di grande passione...nonostante le 1'000 monotone partite prima di quelle che contano per davvero...». Il Mattino della Domenica lo ha contattato, per capire qualcosa in più della sua pazza idea. Lo spunto è stato, ha affermato, una trasmissione televisiva (Fuorigioco), in cui si parlava del momento delle ticinesi: una puntata ripetitiva nella situazione di crisi che caratterizza Lugano e Ambrì. Ieri, per esempio, i bianconeri hanno vinto un'importante sfida in chiave playoff col Friborgo dopo però aver perso il giorno prima col Berna, mentre nel weekend i leventinesi hanno di nuovo perso due volte). Morelli, probabilmente, ha pensato a lungo alla questione, perché sempre avere in chiaro cosa servirebbe. «Una pista da 20mila posti a sud di Bellinzona o in zona Monte Ceneri, Luca Cereda allenatore, i migliori ticinesi tutti riuniti e stranieri da sballo». E i tifosi, da sempre divisi, da sempre rivali? «Una generazione soffrirebbe come un cane bastonato per la fede sportiva smarrita ma quella successiva vincerebbe tutto in pista e molto anche fuori», è convinto Morelli. Anche perché il futuro, a suo avviso, non è garantito per nessuno. A Lugano c'è la famiglia Mantegazza, col presidente Vicky che ha preso le redini dopo il padre Geo, e una fusione sarebbe esclusa, ma «ci saranno altri membri della famiglia ad ereditare la passione? Nemmeno 20mila spettatori, un raddoppio del merchandising e magari un canale televisivo dedicato, interesserebbero al Lugano del futuro? Ne siamo certi?». Mentre per l'Ambrì, perennemente in lotta per far quadrare i conti, «siamo però sicuri che la festa sia davvero senza fine? Chi dopo l’attuale presidente (Filippo Lombardi, ndr)? Chi se gli attuali sponsor principali se ne andassero?». Morelli, insomma, come ci tiene a dire, ha lanciato il sasso. Ci sarà un seguito? È molto difficile pensarlo, non c'è riuscito il calcio dove le rivalità sono accese ma non vi è un Cantone diviso in due fra bianconeri e biancoblu. Il tema è senza dubbio interessante, però. Nella foto, il derby di metà dicembre
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