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Tribuna Libera
03.02.17 - 14:000
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

La stagione delle polveri sottili

di Rolando Bardelli

Inverno, stagione delle polveri sottili. Sono tornate di grande attualità con la messa in atto dei provvedimenti d’urgenza in caso d’inquinamento atmosferico acuto, ma il problema è cronico: in tre mesi, da inizio novembre 2016 a fine 2017, per ben ventisei volte a Mendrisio e ventiquattro a Chiasso è stata superata la concentrazione giornaliera media di 50 µg/m3 di PM 10, limite che secondo l’Ordinanza federale sull’inquinamento atmosferico (OIAt) può essere superato solo una volta all’anno. Le misure finora adottate dalla Confederazione e dal nostro Cantone per ridurre l’inquinamento atmosferico in Mendrisiotto sono insufficienti e la situazione è fuori controllo. I quattro quinti dei suoi abitanti sono esposti a livelli di polveri sottili che superano i limiti dell’OIAt; siamo quindi confrontati con un problema di salute pubblica. In linea con i dati di studi scientifici d’importanza internazionale, genitori e pediatri hanno l’impressione che le bronchiti e le crisi asmatiche dei bambini momò sono davvero molto frequenti. Ma è in gioco anche la loro salute futura: gli adulti che oggi hanno superato i cinquant’anni sono esposti allo stesso inquinamento dei bambini, ma nei primi decenni della loro vita hanno respirato un’aria decisamente migliore. Secondo un importante studio pubblicato pochi anni fa, gli adolescenti esposti a livelli di PM 10 simili a quelli del Mendrisiotto alla fine della crescita hanno delle capacità respiratorie meno buone rispetto a quelle di diciottenni cresciuti in regioni con aria più salubre; dato che i bronchi e i polmoni perdono di efficienza con il passare degli anni, si può prevedere che i nostri figli e nipoti dopo la mezza età avranno un rischio aumentato di diventare insufficienti respiratori, anche senza fumare sigarette. L’importante esposizione a polveri sottili fin da piccoli e per tutta la vita contribuirà in futuro ad aumentare anche l’incidenza di malattie cardiache e di ictus cerebrali. I provvedimenti transitori come il limite di velocità di 80 km all’ora sull’autostrada o i mezzi pubblici gratuiti aiutano i ticinesi a rendersi conto del problema, ma non lo risolvono. Purtroppo si sta tergiversando e diverse misure che permetterebbero di ridurre l’inquinamento atmosferico sul lungo periodo non vengono messe in atto: mobilità aziendale (bus navetta, incentivi per i trasporti pubblici, car pooling ecc.), limitazione definitiva della velocità in autostrada tra Chiasso e Lugano, rinuncia ai riscaldamenti ad olio combustibile, migliore gestione dell’edificazione e del traffico da parte dei comuni, ecc. Speriamo che i politici cantonali e comunali che decidono prendano più a cuore la qualità di vita anche delle generazioni future. Dott. med. Rolando Bardelli, Balerna
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