* Lettera di Piero Marchesi al Consiglio di Stato
Egregio Presidente Christian Vitta, Signori Consiglieri di Stato,
in ossequio all’accordo tra Svizzera e Italia del 3 ottobre 1974 relativo all'imposizione dei lavoratori frontalieri e alla compensazione finanziaria a favore dei Comuni italiani di confine, secondo gli art. 3 e 4, ogni anno il Lodevole Consiglio di Stato versa l’importo conseguente all’Italia entro il primo semestre dell'anno successivo a quello cui la compensazione finanziaria si riferisce .
Annualmente riaffiora la discussione sull’opportunità di utilizzare questo strumento per mettere pressione all’Italia, che negli ultimi anni ha regolarmente contravvenuto gli impegni presi con la Svizzera e il Ticino, in modo particolare con la mancata stipulazione dell’accordo sulla fiscalità basato sul principio dello scambio d’informazioni su richiesta, secondo gli standard dell'OCSE, l'accoglimento del principio di reciprocità e la riduzione del ristorno nell'ambito dell'Accordo.
Il 22 dicembre 2015, i responsabili delle finanze di Svizzera e Italia, Eveline Widmer-Schlumpf e Pier Carlo Padoan, parafarono il nuovo accordo fiscale fra i due Paesi che rivede il sistema d'imposizione dei lavoratori frontalieri. Per il Ticino è un’ottima opportunità per rivedere l’imposizione dei lavoratori frontalieri e per trattenere in Ticino più risorse fiscali. Da quel momento diversi Governi e Ministri italiani che si sono succeduti, si sono distinti per promesse mai mantenute e termini mai rispettati.
La sottoscrizione del nuovo accordo con l’Italia è di competenza federale, ma il Consiglio federale non sembra particolarmente proattivo nel cercare una soluzione. Il Ticino nel frattempo accusa perdite di gettito importante e vive ancora una volta la situazione in modo passivo.
Rispondendo a una mozione del Deputato alle camere Marco Chiesa, il 26 ottobre 2017, il Consiglio federale affermava che il Canton Ticino non va compensato finanziariamente per la mancata entrata in vigore del nuovo accordo italo-svizzero sui frontalieri. Il Governo federale non ha però negato l’importante perdita che il Ticino subisce a seguito della mancata sottoscrizione dell’accordo da parte dell’Italia, anche se non é purtroppo disposto a corrispondere un indennizzo che in gran parte è dovuto alla sua imperizia nel trattare il dossier.
Il 10 dicembre 2018 il gruppo UDC in Gran consiglio aveva depositato una mozione chiedendo al Consiglio di Stato di bloccare i ristorni dei frontalieri su un conto di Banca Stato fino alla sottoscrizione del nuovo accordo. Il Lodevole Consiglio di Stato ha contravvenuto all’art. 105 della Legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato che prevede l’adesione al principio o la presentazione di un messaggio al Gran Consiglio entro 6 mesi. Visto l’importanza del tema trattato nella mozione e il termine per il versamento dei ristorni previsto nell’accordo del 1974, ci saremmo aspettati una presa a carico immediata da parte del Governo cantonale. Probabilmente il tema per il Lodevole Consiglio di Stato non ha la stessa importanza che noi e molti cittadini ticinesi invece gli attribuiamo.
A complicare la questione nell’ultimo anno si è aggiunta la grave crisi finanziaria vissuta dal Comune di Campione d’Italia, il quale è debitore nei confronti del Canton Ticino di circa CHF 900'000.- (dato settembre 2018) e con il Comune di Lugano per quasi CHF 2'000'000.- Negli scorsi giorni il Consigliere federale Ignazio Cassis, rispondendo a una domanda di Marco Romano, ha affermato che non sussista alcun legame tra i debiti che l'enclave ha con il Ticino e i ristorni, perché sarebbero due dossier diversi. Sarà pur vero, ma il debito accumulato dall’enclave nei confronti di Cantone e Città di Lugano non può essere relativizzato e deve essere considerato fortemente a rischio.
Da quanto ci consta nella prossima seduta il Lodevole Consiglio di Stato deciderà il versamento dei ristorni all’Italia come prevedisto dall’accordo del 1974. A fronte dell’evidente e reiterata inadempienza del Governo italiano, dei debiti accumulati dal Comune di Campione d’Italia verso il Cantone e la Città di Lugano e il conseguente danno finanziario generato dalla mancata sottoscrizione del nuovo accordo con l’Italia, parafato nel lontano 2015, chiediamo al Lodevole Consiglio di Stato di: Bloccare da subito l'intero pagamento dei ristorni relativi all'anno 2018 e anni seguenti, di versare l'ammontare complessivo su un apposito conto vincolato presso la Banca dello Stato del Canton Ticino. Lo sblocco del versamento dovrà essere effettuato solamente al momento della sottoscrizione da parte del Governo italiano e della ratifica del Parlamento dell'accordo parafato dai ministri delle finanze di Svizzera e Italia.
Questa decisione attirerà l’attenzione del Governo italiano e di quello svizzero sul tema, accelerando i tempi per la risoluzione di una questione che sta provocando importanti danni economici al nostro Cantone, che é oggetto di un contenzioso oramai scaduto in una colossale farsa ai danni del nostro Cantone. Inoltre il Ticino prenderebbe parte a questa vertenza in modo attivo, tutelando gli interessi dei propri cittadini e chiedendo una soluzione definitiva al danno economico che sta subendo oramai da troppi anni.
Confidando in una coraggiosa e determinata risoluzione del Lodevole Consiglio di Stato come ausupicata dall’UDC, vogliate gradire Signor Presidente e Signori Consiglieri di Stato i sensi della massima stima.
*Presidente UDC Ticino