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23.11.18 - 15:560
Aggiornamento: 22:59

"Adesso basta!". L'UDC fa la voce grossa e richiede il blocco dei ristorni

Lunedì sarà inoltrata una mozione ed è stata lanciata una petizione online. "Lo sblocco avverrà al momento della firma italiana e della ratifica dell'accordo fiscale"

BELLINZONA – Un accordo parafato nel 2015 e non ancora firmato, che avrebbe abolito i ristorni, permettendo al Ticino di risparmiare 12 milioni annui, magari da investire nella lotta al dumping salariale. Ma è storia nota che la firma non è ancora arrivata: dapprima varie difficoltà, dal casellario giudiziario in avanti, sino alla mozione di alcuni deputati italiani che parrebbero aver fatto naufragare il tutto.

E l’UDC torna all’attacco. Qualche settimana fa venne discussa in Parlamento la proposta di Tiziano Galeazzi di bloccare i ristorni. Il messaggio di maggioranza, che consigliava di bocciare l’idea, fu bocciato, ma nessuno aveva redatto un messaggio favorevole al democentrista, per cui di fatto la vittoria era stata di Pirro. 

Immediatamente aveva inoltrato la stessa richiesta, ora però il suo partito vuole accelerare. “È giunta l’ora di prendere il toro per le corna. E l’unica maniera di invertire questa inerzia è quella di provvedere al blocco dei ristorni. È assolutamente necessario fare chiarezza sulle reali intenzioni del Governo e del Parlamento italiano”, si legge. “Il Governo ticinese in questo senso non ha mai dato segno di particolare coraggio e determinazione. Per questo motivo inoltreremo lunedì una mozione per far sì che il Consiglio di Stato blocchi nuovamente il versamento dei ristorni. La Confederazione faccia poi la sua parte affinché l’Italia non continui a prenderci per il naso. La presente mozione sostituisce gli atti parlamentari precedenti non ancora trattati”.

Ci è stata inviata anche la bozza della mozione che lunedì sarà appunti sui tavoli di Palazzo alle Orsoline. La firmeranno Tiziano Galeazzi, Paolo Pamini, Sergio Morisoli, Lara Filippini, Cleto Ferrari, Gabriele Pinoja (ovvero tutti i rappresentanti) e si conclude così, dopo un riassunto della vicenda: “A più di sette anni di distanza da quel congelamento dei versamenti e a tre anni di attesa dalla parafatura dell’accordo, gli obiettivi dei negoziati sono totalmente disattesi. Lo sblocco dei fondi depositati sul conto vincolato citato in precedenza da parte del Consiglio di Stato ticinese e il relativo atto di fiducia, sono risultati vani. Il riversamento all'Italia da parte del Canton Ticino è rimasto del 38.8% del gettito di tutte le imposte alla fonte dei frontalieri. L’incertezza in merito alla reale volontà di sottoscrivere l’accordo da parte del Governo italiano è testimoniata dalla cortina fumogena alzata attorno a questa sottoscrizione e dalle dichiarazioni di parlamentari che non esitano a definire l’accordo pari a una lettera morta. Con la presente mozione si chiede "al Consiglio di Stato di bloccare l’intero pagamento dei ristorni relativi all'anno 2018 e di versare l'ammontare complessivo su un apposito conto vincolato presso la Banca dello Stato del Canton Ticino. Lo sblocco del versamento dovrà essere effettuato al momento della sottoscrizione da parte del Governo italiano e della ratifica del Parlamento dell’accordo parafato dai ministri delle finanze di Svizzera e Italia”. 

L’UDC ha voluto dar voce anche alla gente, con una petizione online in collaborazione con TicinoResidenti, dove i vantaggi del non dover più versare i ristorni sono riassunti come “12 milioni di introito fiscale in più per il Ticino, più interesse ad assumere personale residente, più equità fiscale, meno privilegi fiscali per i frontalieri, meno dumping salariale, meno effetto sostituzione a scapito dei lavoratori residenti”, da firmare al link www.udc-ti.ch/stopairistorni.

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