*Di Roberto Badaracco
Negli ultimi mesi, e soprattutto nelle scorse settimane, i favorevoli e i contrari al PSE si sono confrontati anche duramente, sviscerando nei dettagli ogni tematica relativa al progetto. In questo contributo mi limiterò ad esprimere considerazioni d’opportunità politica che alla fine, mi auguro, faranno la differenza del futuro.
Nella vita, come nel lavoro, si possono scegliere due strade distinte. Quella del fare e di realizzare sempre e comunque, o quella di mettere sempre tutto in dubbio ed opporsi, perdendo tempo e marciando sul posto. Preferendo quest’ultima via alla fine non si fa nulla e si lasciano le cose sempre uguali. In grandi linee lo stesso discorso vale per il PSE. Un progetto partito da lontano, sul quale si è lavorato in maniera minuziosa per un decennio e ora si è pronti a passare alla fase esecutiva e realizzativa. Vi sono stati cinque passaggi in Consiglio comunale, tutti plebiscitati positivamente dal legislativo nominato dalla popolazione per decidere con cognizione di causa.
Ora, ad un minuto dalla mezzanotte, c’è chi vuole scompaginare le carte e bloccare tutto, facendoci attendere altri 10-15 anni (come minimo) per dei contenuti sportivi e mantello indispensabili per la città, e condannandoci a rimanere in un limbo
sportivo e progettuale inaccettabile. È finalmente venuto il momento di fare delle scelte chiare e forti, proiettate verso il futuro e a favore delle nuove generazioni e di tutta la popolazione.
Gli uccelli del malaugurio e le varie cassandre, che pensano sempre di avere ragione e che gli altri lavorano male e superficialmente – a torto ovviamente – inibiscono lo sviluppo di questa città e la fanno regredire inesorabilmente. Ma ancor più grave: portano con sé un alone di negatività che si diffonde ovunque, una cappa scura che rimane sopra le nostre teste creando un clima deleterio e divisivo che impedisce di crescere e di condividere progetti determinanti per lo sviluppo sociale ed economico della città, elementi che invece dovrebbero stare a cuore a tutti.
Questo progetto vuol far ripartire Lugano, portare positività, entusiasmo, voglia di fare, di migliorarsi e di tornare competitivi. Voler realizzare il solo stadio e palazzetto, senza inserirli in un contesto vivo e rigenerato, rappresenta una grande aberrazione. Come Luganesi dobbiamo ritrovare un moto d’orgoglio e non lasciarci sconfiggere dall’immobilismo e dalla negatività. Non vogliamo rimanere sempre gli ultimi in tutto, i fanalini di coda della Svizzera e farci commiserare dagli altri. Essere quelli che non riescono mai a realizzare niente perché ne sono incapaci, per lotte sterili e senza senso.
Personalmente detesto questo modo di procedere che non porta mai a nessun risultato concreto. In realtà il futuro è nelle nostre mani e l’inizio è costituito proprio dal PSE. E se vogliamo realizzarlo, anche con piccoli sacrifici, è perché crediamo in una città moderna, nello sport e nei giovani, nella rigenerazione dei quartieri trascurati, e vogliamo una migliore qualità di vita e permettere alle nuove generazioni di inseguire i propri sogni e le loro aspirazioni. Votiamo un SI convinto il 28 novembre, è l’ultima chiamata per Lugano!
*Vice Sindaco di Lugano, Capo Dicastero Cultura, Sport ed Eventi